mercoledì 16 luglio 2008
Legambiente sul Tauriliano é «Lottizzazione illegittima»
dal Il Padova del 16/07/08
■ Una lettera al difensore civico regionale per «rompere il colpevole silenzio calato sul caso della lottizzazione Tauriliano a Torreglia». Questa l'iniziativa intrapresa ieri da Legambiente Padova: un disperato appello quando oramai i cantieri per la realizzazione della nuova area residenziale di via Vallarega sono vicini alla conclusione. L'associazione ambientalista denuncia presunte irregolarità nell'iter che ha portato «alla cementificazione di una delle ultime valli naturali dei Colli». «Le denunce di Galan contro gli sfregi ambientali incalza Lorenzo Cabrelle, del direttivo Legambiente Padova sono destinate a trasformarsi in un ululato alla luna se poi il presidente non dota gli uffici regionali dei mezzi per vigilare». «Circa un anno fa spiega Davide Sabbadin della segreteria regionale dell'associazione abbiamo chiesto alla Regione di intervenire, ma non abbiamo ancora ottenuto risposta». La battaglia di Legambiente ha preso le mosse nel 2005. «Abbiamo segnalato spiega Cabrelle che quella che doveva essere la ristrutturazione di un vecchio allevamento di visoni abusivo si era trasformata in una lottizzazione di 6mila500metricubi di volume urbanistico». L'area da agricola, attraverso una variante parziale al prg. è stata trasformata in zona turistico-ricettivasportiva
«Un'operazione illegittima sostiene Cabrelle perché un passaggio di questo tipo avrebbe dovuto richiedere una variante generale».
CI SIAMO RIVOLTI alla Provincia aggiunge Sabbadin cui la legge urbanistica regionale ha affidato il compito di annullare gli atti illegittimi dei Comuni». Palazzo Santo Stefano ha risposto nel 2007 dichiarando inammissibile l'istanza: nel regolamento provinciale per l'esercizio delle funzioni delegate dalla legge urbanistica si stabilisce che «le varianti al prg restano escluse dall'ambito di applicazione». «Ci siamo appellati alla Regione contro il pilatismo della Provincia aggiunge Sabbadin ma non abbiamo ottenuto risposta». «L'iter ,è la replica del vicesindaco di Torreglia Duilio Bolognini è legittimo. Abbiamo riqualificato un'area dove era presente un allevamento abbandonato, mantenendo invariato il volume e consentendo la realizzazione di una piscina, un centro sportivo e una sala congressi». ■ RO.VO.
lunedì 16 giugno 2008
Voto in Sicilia: centrodestra a valanga
Otto province a zero con percentuali che vanno dal 60 al 75%. A Palermo vince Avanti, a Catania Castiglione
PALERMO - Il centrodestra si aggiudica a larghissima maggioranza le elezioni provinciali in Sicilia: otto province su otto finiscono all'alleanza formata da Pdl, Mpa, Udc e liste locali. Nonostante siano stati scrutinati circa il 10% dei seggi, la maggioranza per il centrodestra è tale (percentuali oscillanti tra il 60 e il 75%, eccetto la provincia di Enna con il 55%), che il risultato non pare essere in discussione.
PROVINCIALI - Nella provincia di Palermo si profila la probabile vittoria di Giovanni Avanti, a Messina successo di Nanni Ricevuto, a Catania trionfa Giuseppe Castiglione. Nella provincia di Siracusa vince Nicola Bono, ad Agrigento partita facile per Eugenio D'Orsi, mente un po' più difficile a Enna per Giuseppe Monaco. A Caltanisetta vince Giuseppe Federico, infine a Trapani si aggiudica il successo Mimmo Turano.
COMUNALI - Nei tre capoluoghi di provincia dove si votava (Catania, Messina e Siracusa) lo spoglio delle schede inizierà dopo la fine degli scrutini per le provinciali.
VOTANTI - Deciso il calo dei votanti: complessivamente sono stati il 55,54%, con un calo dell'8,92%. Ma nella provincia di Palermo sono andati alle urne solo il 41% degli aventi diritto, con un calo di 20 punti netti rispetto alle provinciali precedenti.
Affluenza ferma in Sardegna: 74,7%, la stessa del turno precedente. In Sardegna si è votato in 34 Comuni per un totale di 112.167 elettori. Ad Assemini, unico Comune con oltre 15 mila elettori, ha votato il 60,5% contro il 69,4% delle precedenti amministrative.
PALERMO - Il centrodestra si aggiudica a larghissima maggioranza le elezioni provinciali in Sicilia: otto province su otto finiscono all'alleanza formata da Pdl, Mpa, Udc e liste locali. Nonostante siano stati scrutinati circa il 10% dei seggi, la maggioranza per il centrodestra è tale (percentuali oscillanti tra il 60 e il 75%, eccetto la provincia di Enna con il 55%), che il risultato non pare essere in discussione.
PROVINCIALI - Nella provincia di Palermo si profila la probabile vittoria di Giovanni Avanti, a Messina successo di Nanni Ricevuto, a Catania trionfa Giuseppe Castiglione. Nella provincia di Siracusa vince Nicola Bono, ad Agrigento partita facile per Eugenio D'Orsi, mente un po' più difficile a Enna per Giuseppe Monaco. A Caltanisetta vince Giuseppe Federico, infine a Trapani si aggiudica il successo Mimmo Turano.
COMUNALI - Nei tre capoluoghi di provincia dove si votava (Catania, Messina e Siracusa) lo spoglio delle schede inizierà dopo la fine degli scrutini per le provinciali.
VOTANTI - Deciso il calo dei votanti: complessivamente sono stati il 55,54%, con un calo dell'8,92%. Ma nella provincia di Palermo sono andati alle urne solo il 41% degli aventi diritto, con un calo di 20 punti netti rispetto alle provinciali precedenti.
Affluenza ferma in Sardegna: 74,7%, la stessa del turno precedente. In Sardegna si è votato in 34 Comuni per un totale di 112.167 elettori. Ad Assemini, unico Comune con oltre 15 mila elettori, ha votato il 60,5% contro il 69,4% delle precedenti amministrative.
giovedì 1 maggio 2008
Il populismo di sinistra
Dal CORRIERE DELLA SERA DEL 01/05/08.
Da notare Che il Corsera ha sempre difeso
Visco nelle sue battaglie forcaiole
nei confronti dei Contribuenti.
Visco e i redditi in Rete
I maligni tireranno in ballo lo stress da mancata ricandidatura e da conseguente perdita di status, ma anche chi come noi ha largamente apprezzato gli straordinari successi ottenuti dal ministro Vincenzo Visco nella lotta all'evasione, non può non giudicare improvvida l'ultima sua sortita. Il Pd e quel che resta della sinistra avrebbero bisogno di un po’ di tranquillità per riprendersi dalla botta e ricominciare a macinare (nuova) cultura politica. Per una tradizione che si è fatta sempre vanto di saper ascoltare il disagio sociale, l’aver dovuto ammettere coram populo che i suoi avversari storici sono stati più capaci di rappresentare ansie e timori di ceti medi e lavoratori manuali tradisce il rumore di un sonoro schiaffo. Ma non è con la scorciatoia, rappresentata dalla pubblicazione on line di tutte le dichiarazioni dei redditi, che si riacquista presenza sul territorio, che si riprende a rappresentare il disagio del cittadino globale e lo si incanala in una prospettiva politica.
L’idea che sembra star dietro alla mossa di Visco è quella di un controllo sociale dal basso, di utilizzare un sistema circolare di gogna per generare riprovazione nei confronti degli evasori totali o parziali. Ma siamo veramente sicuri che tutto ciò aiuti l’efficacia delle politiche pubbliche di recupero fiscale? Pensa davvero il ministro Visco che il voyeurismo web per individuare quanto guadagna il dentista del piano di sopra o il dirigente d’azienda che-ha-appena-comprato-l’attico-che-volevamo-noi porti a una crescita dell’etica pubblica? O non al contrario all’incremento dell’invidia sociale e all’emulazione di comportamenti viziosi? Nella storia, del resto, il controllo sociale diffuso è servito quasi sempre a legittimare regimi al potere o comunque a generare società chiuse e illiberali. E se qualcuno a sinistra pensa che al tanto vituperato populismo della destra berlusconiana si debba finire per contrapporre una robusta demagogia di segno opposto, vale la pena di ricordare come le vicende politiche anche recenti di questo Paese dimostrino che l’indignazione a comando finisce quasi sempre per gonfiare le urne della destra. Non c’era dunque alcun bisogno che Visco, a tempo elettorale ampiamente scaduto, regalasse nuovo consenso ai vincitori delle elezioni e versasse altro sale nelle ferite del Partito democratico. E non c’era nemmeno bisogno che la sua collega Livia Turco entrasse nel mirino del centro-destra per quelle che sono definite «forzature» nell’applicazione della legge 40. La vendetta è uno dei pochi piatti che notoriamente va servito freddo. Caldo, tradisce solo il nervosismo del cuoco che evidentemente ha solo voglia di spegnere i fornelli e andarsene a casa al più presto.
Dario Di Vico
da www.corriere.it
martedì 22 aprile 2008
Novità sul sito comunale
1) CONTROLLO ELETTRONICO DELLA VELOCITA'
Il sito comunale indica ogni settimana giorni e orari in cui i vigili sono presenti ed in quali strade.
La Polizia Locale comunica che attuerà il controllo elettronico della velocità nel territorio comunale dal 21 aprile al 27 aprile 2008 nei giorni seguenti:
- Mercoledì dalle ore 14,00 alle 19,00
- Giovedì dalle ore 9,00 alle 13,00
- sabato dalle ore 14,00 alle 19,00;
Le vie interessate sono le seguenti:
via Romana, via Montegrotto, via Castelletto, via S. Daniele, via Mirabello.
2)ASSEMBLEE PUBBLICHE
L'amministrazione comunale ha fissato per martedì 29 marzo una assemblea pubblica per parlare con la cittadinanza.
L'invito che rivolgo a tutti è:PARTECIPARE E FARSI SENTIRE!
3) DELIBERE CONSIGLIO COMUNALE
Sono state pubblicate sul sito comunale le delibere dell'ultimo Consiglio comunale del 3 marzo u.s.
E' una lodevole iniziativa ma devo dire che ho subito riscontrato e segnalato la mancanza di una delibera dall'elenco pubblicato e precisamente quella riguardante la convenzione con ETRA per l'asporto rifiuti della durata di 10 anni.
E' proprio una delibera sfortunata! Era talmente urgente che non si è potuto pubblicizzarla! è talmente urgente che ci si è dimenticati di pubblicarla!
Nessuno la può vedere questa poverella!
Storiella
Colgo il primo momento libero dopo le elezioni politiche per raccontare un fatto successomi negli ultimi giorni di campagna elettorale prima del voto politico.
Passando per Torreglia in macchina ho potuto accorgermi di diversi manifesti del PD (partito democratico) affissi in maniera selvaggia in posti non consentiti per la campagna elettorale (Pensiline autobus). Inoltre ho potuto notare negli spazi pubblici delle affissioni locali dei volantini pubblicizzanti incontri elettorali con candidati alla camera e con tanto di timbro delle pubbliche affissioni!!
Disgustato da tale comportamento ho deciso di scrivere una mail al comandante dei vigili per segnalare la situazione. Ecco il testo:
Lg 4 aprile 1956 n°212Art.1L'affissione di stampati e di manifesti di propaganda da parte di partiti o gruppi politici che partecipano alla competizione elettorale è effettuata esclusivamente negli appositi spazi a ciò destinati in ogni comune. La legge 515 del 93 regola in trenta giorni prima del voto questo obbligo. A Torreglia, come potete vedere dalle foto questa legge non vale. Ci sono manifesti del Partito Democratico affissi sotto le pensiline degli autobus addirittura nella centrale Piazza Capitello. Ci sono manifestini che pubblicizzano incontri elettorali del Partito Democratico con la presenza di candidati e la partecipazione del Sindaco di Torreglia affissi nelle pubbliche affissioni con tanto di timbro del servizio comunale. Tutto questo va avanti ormai da molti giorni!Chi dovrebbe vigilare sul rispetto della legge?E' ormai molto tempo che il partito Democratico fa un uso indiscriminato delle affissioni affigendo manifesti piccoli e grandi un po' dappertutto.Qualcuno dovrebbe porre un freno a questa affissione selvaggia!
Alessandro Prendin
Consigliere ComunaleObiettivo Torreglia
Con una certa velocità il comandante mi rispondeva a sua volta via mail così:
Egregio Consigliere,la ringrazio della segnalazione e ne prendo atto.Comunico che con verbale di sopralluogo n. 28/2008 del 05/04/2008 questo Comando ha accertato della affissioni elettorali fuori dagli appositi spazi ed ha provveduto, tramite il servizio tecnico - manutentivo alla relativa immediata deffissione.Ho già avvisato il servizio tecnico perchè verificchi l'ulteriore presenza di detti manifesti e di provvedere alla deffissione immediata.Sono a disposizione per ogni chiarimento.Distinti saluti.
Verificando di persona ho potuto constatare che i manifesti grandi sotto le pensiline degli autobus erano stati rimossi ma nessuno aveva toccato quelli gialli affissi in tutte le bacheche delle pubbliche affissioni.
Decido di riscrivere al comandante in questi termini:
Egregio Comandante,La ringrazio anch'io per la solerte risposta.Le chiedo però un ulteriore chiarimento:1) I manifestini gialli e bianchi, formato A3, affissi in tutte le bacheche pubbliche "COMUNE DI TORREGLIA - AVVISI" e sulla pensilina alla fermata dell'autobus davanti l'entrata di villa Assunta che pubblicizzano incontri pubblici del Partito Democratico con Candidati alle prossime Elezioni Politiche non rientrano tra le affissioni elettorali e per questo da eliminare perchè affisse fuori dagli spazi consentiti?
Grazie!
Alessandro Prendin
Consigliere Comunale
Il venerdì, ultimo giorno di campagna elettorale, mi accorgo che nella pensilina degli autobus in piazza Capitello è stato ri-affisso un manifesto elettorale del PD. Decido allora di ricontattare telefonicamente il comandante dei vigili per una ulteriore segnalazione.
Il comandante risponde mandando qualcuno a rimuovere il manifesto in piazza capitello. Riguardo alla mia ultima mail asserisce che anche i manifestini affissi nelle bacheche delle pubbliche affissioni sono da rimuovere perchè illegali dandomi quindi ragione in pieno.
Dopo 2 ore il manifesto in piazza capitello sparisce ma i manifestini elettorali rimangono in bella vista!
Non voglio commentare questa storia perchè, secondo me, si commenta da sola.
Anche se mi resta in testa la stessa domanda a cui non sono ancora riuscito a dare risposta:
LA LEGGE A TORREGLIA E' UGUALE PER TUTTI?
giovedì 10 aprile 2008
Una riflessione sul clamore suscitato dalla lista di Ferrara, proposta dal sito www.korazym.org
Lista pro-life: e se poi le uova fossero un boomerang?
Con pomodori, insulti e campanacci, anche le uova hanno caratterizzato la campagna elettorale della lista “Aborto? No, grazie!”. Il risultato? Ora, fra molti che non l’avrebbero appoggiata, spunta una domanda: “E se la votassi?”.
Uova, pomodori, insulti e campanacci. Fischi, offese, striscioni e megafoni. Non è stata una campagna elettorale monotona per i candidati della lista “Aborto? No grazie!”, voluta dal direttore del Foglio Giuliano Ferrara e presente sulle schede elettorali della Camera (e solo in quelle) in tutta Italia. Gli appuntamenti delle ultime settimane, con un crescendo negli ultimi giorni, sono stati caratterizzati, qua e là per le regioni italiane, dal “benvenuto” di aderenti ad associazioni, comitati e collettivi impegnati a contestare (e combattere) le idee sostenute dai candidati pro-life, con episodi che sono andati ben al di là del comune confronto fra opinioni.
Non sorprende più di tanto, purtroppo, che a trent’anni dall’approvazione della legge 194/78 sull’aborto ancora qualcuno senta la necessità di ricorrere ad uno stantio armamentario di considerazioni di stampo vagamente o chiaramente femminista, capaci in un sol colpo di rispedire al mittente decenni di riflessione etica e (quel che più conta) di rilevanze scientifiche, ad iniziare dalle scoperte sulla vita prenatale e sulle interazioni fra madre e figlio durante i nove mesi di gravidanza. Stupisce invece un po’ di più che la forma preferita di intervento sia stata quella del “tutti contro tutti”, dell’assalto ai palchi, dei microfoni strappati, dei manifesti stracciati, del tiro al bersaglio con uova e pomodori, dell’impedire insomma che gli uomini e le donne candidate nella lista pro-life potessero anche semplicemente – e democraticamente - esprimere le proprie considerazioni. Non che, a leggere le sigle di certe organizzazioni (Collettivo studentesco “Zero in condotta”, “Federazione anarchici”, “Bottega della resistenza globale”, e via rivoluzionando), si potesse sperare in meglio, ma certamente, a noi gente tranquilla e serena, lascia l’amaro in bocca vedere quattordicenni inviperite rivendicare un fantomatico diritto di libertà assoluta e ancor più ragazzini troppo poco cresciuti ergersi a difensori delle donne mentre sventolano in piazza assorbenti e qualche test di gravidanza. Che amarezza.
Ma chissà poi, a ben vedere, se costoro hanno fatto bene i calcoli. O se invece rischiano di veder tornare al mittente, peggio di un boomerang, e stavolta in forma civile, le loro azioni. Chissà… Non è un mistero che la lista di Giuliano Ferrara, al momento della sua presentazione, non sia stata accolta con entusiasmo neppure da coloro che - nel merito della discussione etica su aborto e in generale sui temi della vita e della morte – ritengono che il direttore del Foglio porti avanti idee condivisibili (se non in tutto almeno in larga parte). Persone che, ritenendo sagge e sensate le sue considerazioni, non condividono (e anzi avversano) le modalità con le quali Ferrara conduce la sua “battaglia”, nel caso specifico quelle di una lista che porta sul terreno elettorale (i voti, le schede nell’urna, le percentuali, gli zero virgola) alcuni temi di così forte rilevanza etica. Attenzione però, perché a tutto c’è un limite, e quando il can che dorme (l’elettore) viene svegliato, è capacissimo di abbaiare (votare). E pure assai.
La lista pro-life un merito grande, come già abbiamo avuto modo di sottolineare alcune settimane fa, lo ha avuto: portare questi temi, temi decisivi per una società, al centro della campagna elettorale, o meglio del dibattito. Certo, sarebbe quanto mai opportuno discutere di vita e di morte, di etica e di morale, di aborto, maternità e gravidanza, solamente in un contesto scevro da tensioni elettorali, ma non di meno è giusto che se ne parli, perché queste tematiche non sono “a parte”, non sono sganciate da una visione di società e di giustizia, ma ne sono parte integrante, a pieno titolo. E di fronte a dilemmi così profondi, l’escamotage sempre utilizzato in passato dai grandi partiti (“libertà di coscienza”) non rende giustizia alla centralità anche politica del tema.
Ciò che però non può passare inosservato, dal punto di vista di chi ritiene centrali questi temi, è l’assalto indiscriminato e perfino personale ai candidati della lista pro-life, fatti oggetto di accuse andate ben oltre la decenza. E non si fa riferimento qui a Ferrara, che di provocazioni è maestro e sa gestirle bene, ma a quei tanti giovani e a quelle tante donne, impegnate nella vita nei campi più disparati, che si sono trovate costrette ad accettare scorte dalle forze dell’ordine o ci hanno addirittura rimesso una costola (è accaduto a Bologna alla prof.ssa Matilde Leonardi, neurologa dell'Istituto Neurologico C. Besta di Milano, colpita da un oggetto contundente mentre tentava di prendere la parola da un palco). Tutto questo non passa inosservato, e suscita in molti una sola reazione, l’unica che possa – oltre allo sdegno – sottolineare che non possono essere sottovalutate o presentate strumentalmente come reazionarie, volgari o ispirate dal Vaticano, considerazioni così cruciali come quelle che riguardano i temi della vita nascente. E questa reazione si esprime con un segno sulla scheda elettorale: “Non viene consentito loro di parlare? Diventano un bersaglio per il lancio delle uova? Tornano a casa con una costola rotta? E io li voto”.
Con grandissima probabilità la lista “Aborto? No, grazie!” non otterrà il suo risultato principale, cioè il raggiungimento di quella soglia del 4% che garantirebbe l’ingresso in Parlamento di alcuni deputati. Se ce la facesse, la cosa avrebbe del miracoloso, e i miracoli in politica, si sa, non sono all’ordine del giorno. Non ce la faranno, dunque, ma non sempre la qualifica di “utile” è quella in base alla quale ogni elettore decide il proprio voto. Nel panorama attuale, nonostante le sbandierate novità dei due principali campi (il Partito democratico da una parte, il Popolo della Libertà dall’altra), sono in molti a non essere entusiasti di ciò che si ha di fronte, e in questo contesto qualcuno potrebbe davvero scegliere un “voto diverso”, dando importanza e rilevanza ad un tema che appassiona e che divide. I lanci di uova (insieme all’avanzare della campagna elettorale, alle proposte ascoltate, alle promesse sentite) hanno convinto non pochi a fare, sulla scheda della Camera, quel segno che fino a poche settimane fa avrebbero escluso di fare, pur condividendo in linea di massima le argomentazioni lanciate dalla lista pro-life. E lasciando poi alla scheda del Senato, dove la formazione in questione non è presente, il proprio voto squisitamente “politico”, incoraggiati in questo dagli stessi appelli dei principali leader di partito, per i quali “è al Senato che si gioca la battaglia”. Insomma: gli amici pro-life non prenderanno il 4%, ma qualche voto in più – grazie alla dabbenaggine di collettivi, anarchici, rivoluzionari e via resistendo – lo avranno di certo.
Con pomodori, insulti e campanacci, anche le uova hanno caratterizzato la campagna elettorale della lista “Aborto? No, grazie!”. Il risultato? Ora, fra molti che non l’avrebbero appoggiata, spunta una domanda: “E se la votassi?”.
Uova, pomodori, insulti e campanacci. Fischi, offese, striscioni e megafoni. Non è stata una campagna elettorale monotona per i candidati della lista “Aborto? No grazie!”, voluta dal direttore del Foglio Giuliano Ferrara e presente sulle schede elettorali della Camera (e solo in quelle) in tutta Italia. Gli appuntamenti delle ultime settimane, con un crescendo negli ultimi giorni, sono stati caratterizzati, qua e là per le regioni italiane, dal “benvenuto” di aderenti ad associazioni, comitati e collettivi impegnati a contestare (e combattere) le idee sostenute dai candidati pro-life, con episodi che sono andati ben al di là del comune confronto fra opinioni.
Non sorprende più di tanto, purtroppo, che a trent’anni dall’approvazione della legge 194/78 sull’aborto ancora qualcuno senta la necessità di ricorrere ad uno stantio armamentario di considerazioni di stampo vagamente o chiaramente femminista, capaci in un sol colpo di rispedire al mittente decenni di riflessione etica e (quel che più conta) di rilevanze scientifiche, ad iniziare dalle scoperte sulla vita prenatale e sulle interazioni fra madre e figlio durante i nove mesi di gravidanza. Stupisce invece un po’ di più che la forma preferita di intervento sia stata quella del “tutti contro tutti”, dell’assalto ai palchi, dei microfoni strappati, dei manifesti stracciati, del tiro al bersaglio con uova e pomodori, dell’impedire insomma che gli uomini e le donne candidate nella lista pro-life potessero anche semplicemente – e democraticamente - esprimere le proprie considerazioni. Non che, a leggere le sigle di certe organizzazioni (Collettivo studentesco “Zero in condotta”, “Federazione anarchici”, “Bottega della resistenza globale”, e via rivoluzionando), si potesse sperare in meglio, ma certamente, a noi gente tranquilla e serena, lascia l’amaro in bocca vedere quattordicenni inviperite rivendicare un fantomatico diritto di libertà assoluta e ancor più ragazzini troppo poco cresciuti ergersi a difensori delle donne mentre sventolano in piazza assorbenti e qualche test di gravidanza. Che amarezza.
Ma chissà poi, a ben vedere, se costoro hanno fatto bene i calcoli. O se invece rischiano di veder tornare al mittente, peggio di un boomerang, e stavolta in forma civile, le loro azioni. Chissà… Non è un mistero che la lista di Giuliano Ferrara, al momento della sua presentazione, non sia stata accolta con entusiasmo neppure da coloro che - nel merito della discussione etica su aborto e in generale sui temi della vita e della morte – ritengono che il direttore del Foglio porti avanti idee condivisibili (se non in tutto almeno in larga parte). Persone che, ritenendo sagge e sensate le sue considerazioni, non condividono (e anzi avversano) le modalità con le quali Ferrara conduce la sua “battaglia”, nel caso specifico quelle di una lista che porta sul terreno elettorale (i voti, le schede nell’urna, le percentuali, gli zero virgola) alcuni temi di così forte rilevanza etica. Attenzione però, perché a tutto c’è un limite, e quando il can che dorme (l’elettore) viene svegliato, è capacissimo di abbaiare (votare). E pure assai.
La lista pro-life un merito grande, come già abbiamo avuto modo di sottolineare alcune settimane fa, lo ha avuto: portare questi temi, temi decisivi per una società, al centro della campagna elettorale, o meglio del dibattito. Certo, sarebbe quanto mai opportuno discutere di vita e di morte, di etica e di morale, di aborto, maternità e gravidanza, solamente in un contesto scevro da tensioni elettorali, ma non di meno è giusto che se ne parli, perché queste tematiche non sono “a parte”, non sono sganciate da una visione di società e di giustizia, ma ne sono parte integrante, a pieno titolo. E di fronte a dilemmi così profondi, l’escamotage sempre utilizzato in passato dai grandi partiti (“libertà di coscienza”) non rende giustizia alla centralità anche politica del tema.
Ciò che però non può passare inosservato, dal punto di vista di chi ritiene centrali questi temi, è l’assalto indiscriminato e perfino personale ai candidati della lista pro-life, fatti oggetto di accuse andate ben oltre la decenza. E non si fa riferimento qui a Ferrara, che di provocazioni è maestro e sa gestirle bene, ma a quei tanti giovani e a quelle tante donne, impegnate nella vita nei campi più disparati, che si sono trovate costrette ad accettare scorte dalle forze dell’ordine o ci hanno addirittura rimesso una costola (è accaduto a Bologna alla prof.ssa Matilde Leonardi, neurologa dell'Istituto Neurologico C. Besta di Milano, colpita da un oggetto contundente mentre tentava di prendere la parola da un palco). Tutto questo non passa inosservato, e suscita in molti una sola reazione, l’unica che possa – oltre allo sdegno – sottolineare che non possono essere sottovalutate o presentate strumentalmente come reazionarie, volgari o ispirate dal Vaticano, considerazioni così cruciali come quelle che riguardano i temi della vita nascente. E questa reazione si esprime con un segno sulla scheda elettorale: “Non viene consentito loro di parlare? Diventano un bersaglio per il lancio delle uova? Tornano a casa con una costola rotta? E io li voto”.
Con grandissima probabilità la lista “Aborto? No, grazie!” non otterrà il suo risultato principale, cioè il raggiungimento di quella soglia del 4% che garantirebbe l’ingresso in Parlamento di alcuni deputati. Se ce la facesse, la cosa avrebbe del miracoloso, e i miracoli in politica, si sa, non sono all’ordine del giorno. Non ce la faranno, dunque, ma non sempre la qualifica di “utile” è quella in base alla quale ogni elettore decide il proprio voto. Nel panorama attuale, nonostante le sbandierate novità dei due principali campi (il Partito democratico da una parte, il Popolo della Libertà dall’altra), sono in molti a non essere entusiasti di ciò che si ha di fronte, e in questo contesto qualcuno potrebbe davvero scegliere un “voto diverso”, dando importanza e rilevanza ad un tema che appassiona e che divide. I lanci di uova (insieme all’avanzare della campagna elettorale, alle proposte ascoltate, alle promesse sentite) hanno convinto non pochi a fare, sulla scheda della Camera, quel segno che fino a poche settimane fa avrebbero escluso di fare, pur condividendo in linea di massima le argomentazioni lanciate dalla lista pro-life. E lasciando poi alla scheda del Senato, dove la formazione in questione non è presente, il proprio voto squisitamente “politico”, incoraggiati in questo dagli stessi appelli dei principali leader di partito, per i quali “è al Senato che si gioca la battaglia”. Insomma: gli amici pro-life non prenderanno il 4%, ma qualche voto in più – grazie alla dabbenaggine di collettivi, anarchici, rivoluzionari e via resistendo – lo avranno di certo.
Boselli: Veltroni è un bugiardo
--Tratto dal sito www.partitosocialista.it--
"Veltroni e' un bugiardo, mente. Sta dicendo una cosa non vera. Questo mi preme di dire agli italiani". Enrico Boselli replica con decisione alle affermazioni di Walter Veltroni di stamattina nel corso della registrazione di 'Porta a porta', quando il leader del Pd ha parlato del mancato accordo con il Partito socialista manifestando meraviglia per il fatto che socialisti abbiamo poi "bussato alla porta" di Bertinotti e Casini. "E' una cosa molto grave. Sono affermazioni che riguardano l'onorabilita' mia e del partito che rappresento che non consento a nessuno di fare -ha spiegato Boselli-. Il fatto che Veltroni l'abbia detto a 48 ore dal voto conferma che il suo obiettivo e' delegittimare la battaglia politica che il Ps sta facendo". Il segretario socialista aggiunge: "Veltroni ha calcolato che io non potevo replicare, perche' ho esaurito i miei spazi televisivi, ed e' preoccupato perche' la nostra rimonta e' spettacolare. Per questo ha deciso di sferrare un colpo a freddo al Ps". Boselli chiama in causa Casini e Bertinotti: "Invito, prego, Casini e Bertinotti di dire la verita', quello che sanno: non c'e' mai stata da parte mia alcuna richiesta di fare un accordo". Ma l'esponente socialista non si accontenta: "Chiedo a Veltroni un confronto pubblico, e chiedo spazio a chiunque vorra' darci spazio.
"Veltroni e' un bugiardo, mente. Sta dicendo una cosa non vera. Questo mi preme di dire agli italiani". Enrico Boselli replica con decisione alle affermazioni di Walter Veltroni di stamattina nel corso della registrazione di 'Porta a porta', quando il leader del Pd ha parlato del mancato accordo con il Partito socialista manifestando meraviglia per il fatto che socialisti abbiamo poi "bussato alla porta" di Bertinotti e Casini. "E' una cosa molto grave. Sono affermazioni che riguardano l'onorabilita' mia e del partito che rappresento che non consento a nessuno di fare -ha spiegato Boselli-. Il fatto che Veltroni l'abbia detto a 48 ore dal voto conferma che il suo obiettivo e' delegittimare la battaglia politica che il Ps sta facendo". Il segretario socialista aggiunge: "Veltroni ha calcolato che io non potevo replicare, perche' ho esaurito i miei spazi televisivi, ed e' preoccupato perche' la nostra rimonta e' spettacolare. Per questo ha deciso di sferrare un colpo a freddo al Ps". Boselli chiama in causa Casini e Bertinotti: "Invito, prego, Casini e Bertinotti di dire la verita', quello che sanno: non c'e' mai stata da parte mia alcuna richiesta di fare un accordo". Ma l'esponente socialista non si accontenta: "Chiedo a Veltroni un confronto pubblico, e chiedo spazio a chiunque vorra' darci spazio.
Elezioni Politiche 2008: la nostra analisi - Proposto da Associazione Nuove Onde
Il testo è tratto integralmente dal sito www.nuoveonde.com
Il documento è integralmente scaricabile qui a fianco cliccando sull'icona corrispondente.
Carissima, carissimo,
come anticipato, finalmente possiamo mettere a Tua disposizione il documento “Verso le elezioni politiche 2008″, redatto grazie all’aiuto di vari amici (clicca qui per il download).
Speriamo con esso di dare un contributo al difficile compito che spetta a ciascuno di noi di orientarsi nello scenario politico attuale. L’obiettivo della nostra analisi non è cercare di capire se e quale sia la migliore lista/coalizione in assoluto, ma piuttosto capire come esercitare il proprio diritto al voto al fine di meglio tutelare e, se possibile, promuovere i valori fondamentali. Negare tali valori significa negare la verità sull’uomo e minare le fondamenta della nostra società.
Nel documento abbiamo cercato di evitare grandi riflessioni, per evidenziare quanto più possibile dati e atti (votazioni, proposte di legge, ecc.) politicamente rilevanti, rispetto ai valori che più ci interessano, realizzati dai politici negli anni trascorsi.
Speriamo che Ti sia utile e di poter contare sul Tuo prezioso aiuto nel divulgarlo il più possibile. Il documento rimarrà poi disponibile nella home page del nostro sito www.nuoveonde.com.
Per gli amici di Milano e hinterland ricordiamo l’appuntamento di questa sera (28 marzo 2008) per la presentazione ufficiale del documento, che si terrà alle ore 20.45 in via Antonio Bazzini 24 (MM Piola) - Milano (citofono n. 52).
Cogliamo l’occasione per porgerTi tardivi ma sentiti auguri di Pasqua e un cordiale saluto.
Per il direttivo, Giovanni Fenizia
Il documento è integralmente scaricabile qui a fianco cliccando sull'icona corrispondente.
Carissima, carissimo,
come anticipato, finalmente possiamo mettere a Tua disposizione il documento “Verso le elezioni politiche 2008″, redatto grazie all’aiuto di vari amici (clicca qui per il download).
Speriamo con esso di dare un contributo al difficile compito che spetta a ciascuno di noi di orientarsi nello scenario politico attuale. L’obiettivo della nostra analisi non è cercare di capire se e quale sia la migliore lista/coalizione in assoluto, ma piuttosto capire come esercitare il proprio diritto al voto al fine di meglio tutelare e, se possibile, promuovere i valori fondamentali. Negare tali valori significa negare la verità sull’uomo e minare le fondamenta della nostra società.
Nel documento abbiamo cercato di evitare grandi riflessioni, per evidenziare quanto più possibile dati e atti (votazioni, proposte di legge, ecc.) politicamente rilevanti, rispetto ai valori che più ci interessano, realizzati dai politici negli anni trascorsi.
Speriamo che Ti sia utile e di poter contare sul Tuo prezioso aiuto nel divulgarlo il più possibile. Il documento rimarrà poi disponibile nella home page del nostro sito www.nuoveonde.com.
Per gli amici di Milano e hinterland ricordiamo l’appuntamento di questa sera (28 marzo 2008) per la presentazione ufficiale del documento, che si terrà alle ore 20.45 in via Antonio Bazzini 24 (MM Piola) - Milano (citofono n. 52).
Cogliamo l’occasione per porgerTi tardivi ma sentiti auguri di Pasqua e un cordiale saluto.
Per il direttivo, Giovanni Fenizia
Dal Gazzettino del 09/04/2008
ARQUÀ Intanto i carabinieri sono ritornati in Municipio ad acquisire alcune delibere dell’ex sindaco Giuseppe Trentin sulla lottizzazione "Sassonegro"
Aperta un'altra inchiesta sugli scempi dei Colli
Il pubblico ministero Paolo Luca sta controllando l’iter amministrativo di numerosi interventi fatti su aree protette
Padova
Di solito un'indagine tira l'altra. Ovviamente, le inchieste della magistratura non hanno paragoni con le ciliegie. Ma il modo di dire calza a pennello. Indagando sul presunto scempio che sarebbe potuto avvenire ad Arquà Petrarca con la lottizzazione "Sassonegro", il pubblico ministero Paolo Luca è finito per insospettirsi anche di tutta una serie di interventi edilizi sui Colli Euganei che potrebbero essere stati fatti in barba a tutte le norme che tutelano il patrimonio naturalistico. E l'idea al magistrato l'ha suggerita il governatore veneto Giancarlo Galan. Insomma, il magistrato ha aperto un'altra inchiesta sui Colli.
Ma procediamo con ordine. Intanto, i carabinieri della Sezione ambientale della Squadra di polizia giudiziaria della Procura sono ritornati nel Municipio di Arquà Petrarca. E hanno acquisito alcune vecchie delibere di Giunta. Giuseppe Trentin, ex sindaco di Arquà, uno dei proprietari della lottizzazione sotto sequestro, e maggior indagato nell'inchiesta "Sassonegro", non si è presentato a farsi interrogare in Procura. Nessuno degli otto indagati ha ritenuto il caso di sottoporsi all'interrogatorio degli inquirenti. Ma Giuseppe Trentin ha continuato a rilasciare alla stampa dichiarazioni sul suo operato in qualità di sindaco, di proprietario della lottizzazione e di consigliere dell'ente Parco Colli, smentendo alcune accuse che gli vengono contestate nel voluminoso capo d'imputazione. E proprio le dichiarazioni dell'ex primo cittadino hanno suggerito al magistrato di far compiere nuovi accertamenti.
«Ci sono zone del nostro territorio che vanno difese, il Parco dei Colli Euganei è una di queste. Sono convinto che in passato ci siano state cose ben peggiori di questa ventilata e paventata lottizzazione a Sassonegro, ma comunque non si può più continuare a rovinare parti del territorio veneto in quei modi». Ecco cosa ha dichiarato il governatore Galan nell'immediatezza della notizia che la Procura di Padova aveva chiuso l'istruttoria sulla lottizzazione sotto sequestro a due passi dalla casa del Petrarca. La dichiarazione di Galan è stata anche amplificata dagli ambientalisti. Adesso il pubblico ministero Luca vuole verificare tutti gli iter amministrativi delle cose, che il presidente della Regione ha definito "ben peggiori" di quello di Arquà. «In comune di Galzignano è previsto un altro grosso intervento urbanistico. Così pure nella zona di Battaglia Terme», ha ricordato preoccupato Galan. Si tratta della valle di Regazzoni e delle valli Selvatiche. La prima è ai piedi del monte Cinisella, dove si starebbe facendo un complesso termale da 200 mila metri cubi, secondo quanto approvato lo scorso novembre dal Parco Colli. Per le valli Selvatiche, racchiuse tra due delle più belle ville della zona, villa Selvatico e Emo Capodilista, i lavori sono stati bloccati dal Tar. Mentre altri 150 mila metri cubi di cemento potrebbero coprire un'altra area dei Colli, a Tramonte, per volere del comune di Teolo. E appena fuori dal Parco, a poca distanza dal cinquecentesco castello del Catajo, ci sarebbe la volontà di creare un centro commerciale in mezzo alla campagna. Galan cita pure un nuovo quartiere a ridosso delle Distillerie Luxardo di Torreglia.
Lino Lava
Aperta un'altra inchiesta sugli scempi dei Colli
Il pubblico ministero Paolo Luca sta controllando l’iter amministrativo di numerosi interventi fatti su aree protette
Padova
Di solito un'indagine tira l'altra. Ovviamente, le inchieste della magistratura non hanno paragoni con le ciliegie. Ma il modo di dire calza a pennello. Indagando sul presunto scempio che sarebbe potuto avvenire ad Arquà Petrarca con la lottizzazione "Sassonegro", il pubblico ministero Paolo Luca è finito per insospettirsi anche di tutta una serie di interventi edilizi sui Colli Euganei che potrebbero essere stati fatti in barba a tutte le norme che tutelano il patrimonio naturalistico. E l'idea al magistrato l'ha suggerita il governatore veneto Giancarlo Galan. Insomma, il magistrato ha aperto un'altra inchiesta sui Colli.
Ma procediamo con ordine. Intanto, i carabinieri della Sezione ambientale della Squadra di polizia giudiziaria della Procura sono ritornati nel Municipio di Arquà Petrarca. E hanno acquisito alcune vecchie delibere di Giunta. Giuseppe Trentin, ex sindaco di Arquà, uno dei proprietari della lottizzazione sotto sequestro, e maggior indagato nell'inchiesta "Sassonegro", non si è presentato a farsi interrogare in Procura. Nessuno degli otto indagati ha ritenuto il caso di sottoporsi all'interrogatorio degli inquirenti. Ma Giuseppe Trentin ha continuato a rilasciare alla stampa dichiarazioni sul suo operato in qualità di sindaco, di proprietario della lottizzazione e di consigliere dell'ente Parco Colli, smentendo alcune accuse che gli vengono contestate nel voluminoso capo d'imputazione. E proprio le dichiarazioni dell'ex primo cittadino hanno suggerito al magistrato di far compiere nuovi accertamenti.
«Ci sono zone del nostro territorio che vanno difese, il Parco dei Colli Euganei è una di queste. Sono convinto che in passato ci siano state cose ben peggiori di questa ventilata e paventata lottizzazione a Sassonegro, ma comunque non si può più continuare a rovinare parti del territorio veneto in quei modi». Ecco cosa ha dichiarato il governatore Galan nell'immediatezza della notizia che la Procura di Padova aveva chiuso l'istruttoria sulla lottizzazione sotto sequestro a due passi dalla casa del Petrarca. La dichiarazione di Galan è stata anche amplificata dagli ambientalisti. Adesso il pubblico ministero Luca vuole verificare tutti gli iter amministrativi delle cose, che il presidente della Regione ha definito "ben peggiori" di quello di Arquà. «In comune di Galzignano è previsto un altro grosso intervento urbanistico. Così pure nella zona di Battaglia Terme», ha ricordato preoccupato Galan. Si tratta della valle di Regazzoni e delle valli Selvatiche. La prima è ai piedi del monte Cinisella, dove si starebbe facendo un complesso termale da 200 mila metri cubi, secondo quanto approvato lo scorso novembre dal Parco Colli. Per le valli Selvatiche, racchiuse tra due delle più belle ville della zona, villa Selvatico e Emo Capodilista, i lavori sono stati bloccati dal Tar. Mentre altri 150 mila metri cubi di cemento potrebbero coprire un'altra area dei Colli, a Tramonte, per volere del comune di Teolo. E appena fuori dal Parco, a poca distanza dal cinquecentesco castello del Catajo, ci sarebbe la volontà di creare un centro commerciale in mezzo alla campagna. Galan cita pure un nuovo quartiere a ridosso delle Distillerie Luxardo di Torreglia.
Lino Lava
sabato 5 aprile 2008
ATTENTI ALLA SCHEDA ELETTORALE
Walter: Il genio della Lampada!
Solo il genio della lampada può mantenere tutte queste promesse:
Veltroni: casalinghe, assicurazione gratuita
AUTOCERTIFICAZIONE - Basterà presentare l'autocertificazione di svolgere l'attività di casalinga e la documentazione relativa all'incidente per ricevere un assegno per tutta la vita, «senza alcun costo di assicurazione e senza procedure burocratiche». Nel dettaglio, la proposta è di modificare la legge attuale, così da rendere automatica e gratuita l'assicurazione. Non sarà quindi più necessario presentare domande o fare versamenti. Solo nel caso di incidente domestico che comporta una invalidità permanente, la casalinga dovrà presentare un'autocertificazione: il costo effettivo è stimabile in 4-5 milioni di euro l'anno ed è legato al pagamento delle indennità alle casalinghe che riportano una invalidità permanente superiore al 27%.
Pensioni, Veltroni: 'Aumenti da luglio''
Roma. Il Partito democratico proporrà "un intervento immediato" per aumentare le pensioni. E' lo stesso Walter Veltroni, questa mattina in una conferenza stampa a spiegare la ricetta del Pd."L'intervento - afferma - riguarda i pensionati di oltre 65 anni e determina, a partire dal 1 luglio 2008, un incremento medio di quasi 400 euro all'anno per le pensioni fino a 25mila euro all'anno (fino a circa 2mila euro al mese) e un incremento fra i 250 e i 100 euro all'anno per le pensioni di importo compreso tra 25mila e 55mila euro" annuali.
La precarietà giovanile è il più grande dramma di questo paese. Bisogna istituire uno stipendio minimo legale. Nessuno può guadagnare meno di 1000-1100 euro al mese. Va bene la flessibilità, ma non la precarietà della vita.
Secondo asso nella manica. 2500 euro all'anno per ogni nuovo nato. Contributi per i figli che vengono erogati fino al raggiungimento di una certa età, può essere al raggiungimento dei 10 anni. Una famiglia che vuole mandare il figlio all'asilo nido lo deve poter fare.
Assegni agli incapienti
interventi “di sostegno fiscale alle imprese” e “un piano massiccio di asili nido” per incentivare le donne che lavorano.
sabato 29 marzo 2008
Commissione Elettorale
Il giorno 19 marzo si è riunita la commissione elettorale per la nomina degli scrutatori per le prossime elezioni politiche. Alla commissione non era presente il rappresentante della minoranza.
E' bene spiegarne i motivi per evitare inutili strumentazioni da qualsiasi parte.
Ho ricevuto la comunicazione 48 ore prima della commissione. Ho cercato immediatamente la mia rappresentante supplente (consigliere Belcaro) che mi ha detto di avere problemi di lavoro per tutta la settimana e di non potermi sostituire.
Ho informato subito gli uffici comunali ai quali ho chiesto di informare anche il sindaco. La mia impossibilità a partecipare era dovuta ad un problema familiare che non poteva essere spostato. Ho proposto uno spostamento di qualche ora. Mi è stato risposto che la data e l'ora della commissione è stata scelta in base alla disponibilità del segretario comunale e di uno dei consiglieri di maggioranza e non si poteva modificare nulla. Tutto si è svolto assolutamente a norma di legge ed io non posso assolutamente contestare nulla.
L'unica triste riflessione che faccio è quella di un comportamento, da parte della maggioranza, ancora una volta ANTIDEMOCRATICO (Alla faccia del Partito Democratico)!
BUON SENSO chiedeva che venisse sentito preventivamente anche il rappresentante della minoranza su giorno e orario della commissione (vista l'importanza delle nomine);
BUON SENSO chiedeva un minimo di flessibilità.
Purtroppo la parola BUON SENSO non fa parte del vocabolario di questa maggioranza.
Complimenti a questa maggioranza!
Alessandro Prendin
Riflessioni del Pubblico sul consiglio comunale del 3 marzo scorso
Ho ricevuto una e-mail da una persona presente tra il pubblico dell'ultimo consiglio comunale e molto volentieri la pubblico per tutti i lettori di questo Blog:
"Ciao Ale,
ti confido alcune cose che ho pensato al ritorno dal'ultimo consiglio comunale. Non intendo dire niente di nuovo ma è quello che ho pensato.
1. bisogna mettersi d'accordo sul significato delle parole. Maggioranza relativa e maggioranza assoluta hanno significati ben precisi. La maggioranza in consiglio comunale, se pur legittima, non è maggioranza assoluta del paese ma maggioranza relativa. C'è differenza tra essere maggioranza relativa e maggioranza assoluta. E questo lo devono intellettualmente ammettere perchè è un concetto di logica e di matematica. Questo vuol dire che la maggioranza assoluta preferiva altri a loro. Questo implica che nelle loro scelte quando decidono di non ascoltare o di non concedere le famose commissioni consigliari stanno di fatto ignorando la maggioranza assoluta del paese che tramite i suoi rappresentanti chiede di essere ascoltata. E' ovvio che possono farlo ma la domanda vera da porsi è se sia saggio farlo.
2. al consiglio comunale non mi sono piaciuti gli interventi di Labio a volte fuori luogo altre volte sfioravano il ridicolo. Il suo atteggiamento, forse non se ne rende conto, ma è visibilmente indisponente. Sarebbe meglio se si scrivesse le cose e non parlasse a braccio evitando di far scadere il dibattito che già parte da un livello molto basso.
3. mi sono molto piaciuti gli interventi di Leopoldo che meglio di quelli di Labio mettono in evidenza la volontà di dare una mano per il bene del paese e al tempo stesso con signorilità fanno emergere le debolezze in termini di democraticità della maggioranza in consiglio.
4. Adami da che parte sta? Belcaro si fa mai vedere? Adami ha fatto bene a difendere il Sindaco nell'attacco da parte di Labio ma ha sbagliato a non fare altrettanto quando il Sindaco sfruttando la sua posizione minaccia Labio con fulmini, grandine e tempesta.
5. Non mi è piaciuto l'intervento di Bolognini che ha denigrato il ruolo dei consiglieri di minoranza.
6. Non sono d'accordo come cittadino di avere un consiglio comunale che finisce ad ore improponibili. Se è vero come è vero che è un evento pubblico dev'essere altrettanto vero che gli orari in cui viene fatto devono consentire la partecipazione dei cittadini. Votare un contratto che impegna per 10 anni dopo le 2 di notte quando praticamente non c'è più nessuno ad ascoltare ha un sapore amaro.
7. quando vengono prese determinate decisioni sarebbe bello che il gruppo di maggioranza in consiglio comunicasse i motivi di tale decisione. Ad esempio mi piacerebbe capire il motivo per il quale si deve fare un'altra rotonda perchè nel consiglio non è stato detto. La sensazione che si ha da fuori è che il consiglio è il luogo dove la mia idea deve alla fine prevalere su quella degli altri invece che un terreno di confronto dove discutere su cosa sia meglio per il bene di tutti. "
sabato 15 marzo 2008
Ma dov'erano i riformisti?
“Bene Prodi, male la coalizione”: sembra essere questo il ritornello di Veltroni sui due anni appena trascorsi. Insomma, il modo in cui il segretario del Partito democratico cerca di uscire dall'imbarazzo di giustificare il rapporto con l'esecutivo Prodi è il seguente: sostenere che il governo ha lavorato bene, mentre i guai sono venuti da una coalizione rissosa che ora, grazie a lui e alla sua scelta di andare da solo (solo... ma anche accompagnato da Di Pietro e radicali, come si sa), non c'è più. Va detto con chiarezza che si tratta di un approccio ipocrita e di comodo.
In primo luogo perché il Pd vantava 18 ministri su 26 nel precedente governo: possibile che si siano fatti schiacciare dagli altri 8 (due dei quali, Bonino e Di Pietro, ora saranno in squadra con il Pd) o che si siano fatti così pesantemente condizionare dagli alleati? Se è così, se cioè la squadra era così condizionabile e battibile, vuol dire che non era una buona squadra. Ma soprattutto va detta un'altra cosa. La sinistra massimalista ha fatto bene il suo mestiere: mestiere discutibile, criticabile, e - secondo me - dannosissimo per il Paese. Ma era il suo mestiere, e lo ha fatto fino in fondo. Chi, invece, è venuto meno al proprio compito sono stati proprio i riformisti (i “18 più 2”, con i loro partiti di riferimento).
Torna alla mente il celebre aneddoto sul grande Petrolini. Una sera, a Roma, al termine di uno spettacolo, fu acclamato dagli spettatori in modo speciale. Ma, nel pieno dell'ovazione, si udì dal loggione un lungo, feroce fischio. Petrolini fece illuminare il “colpevole”, e, dopo alcuni interminabili istanti disse: “Io nun ce l’ho co’ te, ma co’ chi nun te butta de sotto…”. Ecco, tornando a noi: troppo comodo prendersela con Ferrero e Pecoraro Scanio. La domanda giusta è: dov’erano e cosa facevano D’Alema, Rutelli, Bersani, Bonino, e gli altri “democrats”? Perché, dal prestigioso “loggione” dove si trovavano, sono rimasti inerti? Come si dice in questi casi: domandare è lecito, rispondere è cortesia...
Tratto da --IDEAZIONE,quotidiano on line--
Il tesoretto scomparso e la crescita zero
Non esiste alcun tesoretto. O meglio, se esiste, lo sapremo soltanto a giugno. Questo, in sintesi, quanto emerge dalla trimestrale di cassa appena pubblica dal governo. I numeri del bilancio reale dello Stato erano molto attesi, soprattutto perché sarebbero stati la base su cui i candidati leader avrebbero potuto “spendere” gli ultimi colpi di scena elettorali. Ed invece l’amara sorpresa: la previsione per il 2008 prevede una crescita pari a zero; i conti sono presto fatti: crescita ferma, spesa in aumento, italiani più poveri. Le previsioni ministeriali quotavano la crescita attorno al punto e mezzo percentuale. La verità è che invece di crescita non se ne può proprio parlare. Se a questo si aggiunge che l’inflazione è ancora in rialzo, sfiorando quota 2,6 per cento, si intuisce come la previsione di pareggiare il bilancio dello Stato entro il 2011 espressa da Tommaso Padoa Schioppa è quanto mai irrealistica. Silvio Berlusconi lo aveva capito già da tempo, non a caso in queste prime battute di campagna elettorale è guidato da un sano realismo. Nessuna promessa fantasmagorica da realizzare con la bacchetta magica, ma soltanto tanta pazienza e altrettanto spirito di sacrificio. I tre vincoli essenziali definiti nel programma del Pdl (“superamento della crisi economica, impegni europei, instabilità dei conti nazionali”) riflettono le difficoltà da superare in tempi rapidi.
Diverso l’atteggiamento di Walter Veltroni che, nonostante il semaforo rosso ministeriale, sembra intenzionato a non arrestare il suo pullman di costose promesse. Salario minimo gararantito, ristrutturazioni scolastiche (sia sul fronte immobiliare che retributivo), tagli alle aliquote fiscali: l’ottimismo democratico deve necessariamente scontrarsi con il realismo economico. Ad accendere il dibattito all’interno del Pd ci ha pensato Roberto Gualtieri, vicepresidente della Fondazione Gramsci: “Sarebbe bene che il Pd si desse una mossa e aggiornasse in fretta le proprie categorie”. La relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica indica poi che la pressione fiscale calerà nel 2008 dal 43,3 per cento del 2007 al 43,1 per cento (dati Istat), per arrivare al 42,9 per cento nel 2009. Il taglio netto e deciso del cuneo fiscale a questo punto scala la classifica delle priorità nazionali, piazzandosi inevitabilmente al primo posto. Sempre secondo la relazione del ministero dell'Economia, “per stimolare la crescita della produttività occorre legare maggiormente i salari ai risultati aziendali. La bassa crescita dei salari italiani è essenzialmente una conseguenza della scarsa dinamica della produttività”.
Molti nel centrodestra, Tremonti in primis, sono convinti che per ribaltare l’andamento si deve intervenire sulla fiscalità aziendale. I salari non possono crescere se la produttività è bloccata. Soltanto producendo, vendendo e consumando, si può garantire una circolazione di denaro superiore e, di riflesso, un aumento dei salari. Il denaro riservato ai costi del personale è direttamente proporzionale al fatturato aziendale: più liquidità per l’imprenditore significa maggiore possibilità di investimenti sulle risorse umane. Abbassare le tasse alle aziende non giova soltanto al tanto vituperato “padrone” di sinistra memoria, ma anche, se non soprattutto, al lavoratore che potrebbe avvantaggiarsene direttamente. Perché la sinistra lo capisca è necessario però che rinuncino al paradigma secondo cui tutto quello che è impresa significa guadagno personale, negando invece concetti complementari (e fondamentali) quali risparmio, reddito e investimento.
(ste. cal.)
domenica 9 marzo 2008
In morte del Fratello Clemente
--Tratto dal Blog di Beppe Grillo--
In morte del fratello Clemente 1(*)
Un dì, s'io 2(*) non andrò sempre fuggendo
di partito in partito, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de' tuoi gentil anni caduto.
La Madre 3(*) or sol suo dì tardo traendo
parla di me col tuo cenere muto 4(*),
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i tetti di Ceppaloni 5(*) saluto.
Sento gli avversi numi 6(*), e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch'io nel tuo porto quiete.
Questo di tanti voti oggi ti resta!
Gentil Clemente, almen le ossa 7(*) rendi
allora al petto degli italiani mesti.
Testo liberamente tratto da: "In morte del fratello Giovanni" di Ugo Foscolo.
1(*) L’autore, con sottile eufemismo, si riferisce alla morte politica dello statista italiano Clemente Mastella (Ceppaloni 5 febbraio 1947, vivente)
2(*) La poesia è attribuita al famoso compagno di merende Pierferdinando Casini (“Ferdy”) che ha condiviso le battaglie politiche di Clemente Mastella (“Clem”) per decenni
3(*) Il significato da attribuire alla “Madre” è fonte di discussione per gli studiosi. Se molti la riferiscono a Silvio Berlusconi, alcuni propendono a una allusione a donna di facili costumi
4(*) “Cenere muto” è il soprannome del Governatore Antonio Bassolino. La cenere infatti non parla e neppure Bassolino ha mai detto nulla ai giudici sul disastro ambientale in Campania
5(*) Città natale di Mastella di cui è sindaco a vita. E’ rimasta celebre la fiaccolata dei suoi abitanti a sostegno della moglie Sandra Lonardo costretta agli arresti domiciliari perché accusata di concussione
6(*) Gli “avversi numi” sono le percentuali di voto previste per il suo partito di ricatto e di governo, detto UDEUR. Infatti, nel 2008, per la prima volta un partito italiano registra intenzioni di voto negative. Fa perdere tra il 10 e il 12% dei voti a chi se lo prende
7(*) “Le ossa” sono in realtà i popolari torroncini natalizi autoprodotti da Mastella con i soldi del finanziamento pubblico al suo partito. Tutti gli italiani ne vorrebbero un etto.
In finanziaria la tassa sull'acqua
Si pagherà sulle bottiglie di plastica
In Finanziaria sta per arrivare anche la tassa sull'acqua minerale. Le società concessionarie dovranno pagare all'erario un centesimo di euro ogni dieci bottiglie per finanziare un fondo di solidarietà per i progetti di accesso a nuove risorse idriche. La nuova imposta colpirà le bottiglie di plastica e sarà inserita in un emendamento dei Verdi. Già raggiunto l'accordo in cabina di regia della manovra.
In pratica dunque i proventi di questa ennesima nuova imposta andranno a sostenere un progetto che permetterà di sfruttare risorse idriche inutilizzate e sarà a beneficio soprattutto dei Paesi in via di sviluppo.
''E' istituito un fondo di solidarietà presso la Presidenza del Consiglio" si legge nell'emendamento "finalizzato a promuovere il finanziamento esclusivo di progetti ed interventi, in ambito nazionale e internazionale, atti a garantire il maggior accesso possibile alle risorse idriche secondo il principio della garanzia dell'accesso all'acqua a livello universale. Per ogni bottiglia di acqua minerale o da tavola in materiale plastico venduta al pubblico è istituito un contributo pari a 0,1 centesimi di euro che va a confluire nel fondo''.
In Finanziaria sta per arrivare anche la tassa sull'acqua minerale. Le società concessionarie dovranno pagare all'erario un centesimo di euro ogni dieci bottiglie per finanziare un fondo di solidarietà per i progetti di accesso a nuove risorse idriche. La nuova imposta colpirà le bottiglie di plastica e sarà inserita in un emendamento dei Verdi. Già raggiunto l'accordo in cabina di regia della manovra.
In pratica dunque i proventi di questa ennesima nuova imposta andranno a sostenere un progetto che permetterà di sfruttare risorse idriche inutilizzate e sarà a beneficio soprattutto dei Paesi in via di sviluppo.
''E' istituito un fondo di solidarietà presso la Presidenza del Consiglio" si legge nell'emendamento "finalizzato a promuovere il finanziamento esclusivo di progetti ed interventi, in ambito nazionale e internazionale, atti a garantire il maggior accesso possibile alle risorse idriche secondo il principio della garanzia dell'accesso all'acqua a livello universale. Per ogni bottiglia di acqua minerale o da tavola in materiale plastico venduta al pubblico è istituito un contributo pari a 0,1 centesimi di euro che va a confluire nel fondo''.
La lunga vita di Marianna Madia
--Tratto dal Blog Mercato Unico --
Quando ho letto il lancio Ansa devo dire che mi sono impressionato:"PD candida capolista giovane ricercatrice", e subito mi sono immaginato una vestita con camice bianco e provetta in mano, con un bel dottorato appeso dietro alla scrivania.Alcuni giorni dopo scopro che la "ricercatrice" risponde al nome di Marianna Madia e che tutto è tranne quello per cui viene spacciata. Cioè la cosa che mi fa incazzare di più è che Marianna non è la ricercatrice che si è fatta strada con le unghie a scapito di tutto e di tutti, ma solo la più classica delle figlie di giovani rampolli che hanno affrontato incredibili difficoltà nella vita, come ad esempio il doversi versare da soli l'acqua a tavola.Ma torniamo a Marianna. Si perchè alla fine me ne sarebbe fregato poco, ma poi vado a vedere il Corriere online e ci scopro una bella intervista alla signorina Madia tutta incentrata sul problema che lei in realtà sia proprio solamente la figlia di.A questo punto starete dicendo: ma figlia di chi? e diccelo cazzo! allora Marianna è figlia di Stefano Madia, di professione attore/giornalista/programmista-regista in causa con mamma RAI. Questo ce lo spiega bene Marianna stessa nell' interview al Corriere, per poi aggiungere che era comunque un precario (Walter la sta già iniziando a dovere...). Mah che dire, certamente possibile, salvo che l'essere precario in RAI non gli ha proibito di mandare la figlia ad un Liceo romano francese, una roba da ricchi snob insomma...Marianna spiega erroneamente che si tratta di "...scuola pubblica francese..." soprassedendo al fatto che per la stagione 2008/2009 la retta del liceo sia di circa 4.000 Euro. Beh meno male che Bertinotti ha la sua cosa rossa, altrimenti gli sarebbe venuto l'infarto, anche se ormai è prassi comune da una certa parte politica lanciare strali contro la scuola privata sulla pubblica piazza e poi andarci a scrivere i figli alla chetichella. Tanto per farvene un'idea leggete l'articolo di panorama "Scuola Privata: quei compagni nelle aule più esclusive"Ma torniamo a Marianna e la sua intervista, perchè c'è ancora molta carne da buttare sul fuoco. Scopro infatti che mentre scrive la tesi universitaria va ad una conferenza dove incontra Enrico Letta e la sua Arel. Infatti nel web circolano voci che fosse stata assunta da questi qui...invece no, ce lo dice lei, ha solo accettato un ulteriore invito e ha portato un curiculum (attenzione che a questo punto non si era ancora laureata). Un mese dopo la chiamano, et voilà, il gioco è fatto.Beh, mi sembra un ottimo spot per i giovani, me lo vedo già..."Sei prossimo alla laurea? fai come MM, stampa un curriculum!"DICO MA SIAMO TUTTI IMPAZZITI?Te lo dice candidamente: ha stampato un curriculum e poi l'hanno chiamata! e quello scemo del Corriere mica le ribatte, "scusi, ma lei è cosciente del fatto che milioni di giovani laureati stampano e inviano miliardi di curriculum senza ricevere risposta alcuna? in cosa sono diversi da lei?"Ti rispondo io: il cognome. Eh si perchè io che non ho parenti illustri ho penato per trovare il mio primo lavoro (a tempo determinato) e penato ancora dopo anche se già avevo un pochettina di esperienza.Marianna no, lei stampa e va. Sarà che il papà nel frattempo era diventato consigliere comunale a Roma nella lista di Veltroni? Sarà che gli zii sono avvocati di grido a Roma (difendono anche Sandra Lonardo in Mastella)?Mah, vabbeh crediamo pure alla storia del CV, perchè tanto quello che viene dopo è ancora meglio perchè Marianna brucia le tappe e diventa consulente della Presidenza del Consiglio (sempre dietro Gianni Letta). Ora sappiamo bene cosa voglia dire essere consulente esterno di una pubblica amministrazione: raccomandazione politica. Specie se ci arrivi a 25 anni la cosa tende a puzzare parecchio.Non paga, le danno pure un programma televisivo che si chiama eCubo e va in onda quando la gente normale già dorme da parecchie ora. Ma non è questoil punto. Ma come cavolo fa una di 27 anni ad averci un programma tutto suo? Sarà che fa di cognomeMadia?Minoli, stammi a sentire! Anche io ho due o tre idee di programmi, posso venire in RAI?Ridicoli, semplicemente ridicoli. Poi la gente finta-perbenista si scanna sulle telefonate Berlusconi-Saccà. Ma andate tutti a quel paese.Comunque tornando all' intervista che fa da filo conduttore a questo post scopro che Marianna ha in comune lo stesso fisioterapista di Francesco Cossiga (scommettoche lavora in un ospedale pubblico e non in uno studio privato...ok forse no) e che era la donna di Giulio Napolitano, noto per essere un professore all' Università di Roma Tre nonche figlio del Presidente della Repubblica. Niente male. Purtroppo pero, come ammette anche lei, "sono stata a cena, sul Colle, una sola volta."...veramente un peccato Marianna, visto quanto ci costa mantenere Giorgio e Cloe potevi approfittare delle legioni di cuochi presidenziali.Insomma questa "giovane ricercatrice" in realtà e solo ed unicamente la più classica delle raccomandate politiche che si vedano in giro di questi tempi, svergognatamente pubblicizzata come una che si è fatta strada con le unghie e con i denti dal populismo buonista di Walter.
domenica 2 marzo 2008
Elezioni politiche fuorilegge?
-- Tratto dal Blog di Beppe Grillo --
Le elezioni politiche sono incostituzionali, il loro risultato è nullo. Sono stupefatto che il Presidente della Repubblica non abbia PRIMA dato corso al referendum chiesto dai cittadini e DOPO alle elezioni.
Lo psiconano minacciava la marcia su Roma se le Camere non venivano sciolte? I leghisti imbracciavano i fucili? Napolitano gli mandava l'esercito e la faceva finita. Lo paghiamo perchè prenda decisioni, non per fare la statua al Pincio.
La Costituzione è semplice, scritta bene. Si può discutere, ma la sua interpretazione è chiara. Il primo articolo dice: "La sovranità appartiene al popolo". Invece deputati e senatori sono eletti dai segretari di partito. Il Parlamento è deciso per quasi l''80% da due persone: Topo Gigio e lo psiconano. E' il loro Parlamento, veltrusconiano, non italiano. Ma vi rendete conto della colossale presa per il culo di queste elezioni? E' in corso il grande mercato delle liste elettorali. Un mercato in cui c'è di tutto. Veline e puttane, condannati e prescritti. Ogni giorno una nuova candidatura della società incivile. Con la copertura di qualche precario o sopravvissuto alle stragi sul lavoro. Dopo che la legge 30 non è stata cambiata, dopo che l'indulto ha mandato assolti i colpevoli delle morti bianche. Stessi partiti, stesse facce di cuoio. L'Italia è come Bisanzio prima della caduta. Tutti interpretano, tutti si parano il culo.Tutti hanno ragione, tutti hanno torto... Quando incontrate un politico leggete a voce alta la Costituzione e chiedetegli di rispettarla. Un Parlamento incostituzionale non ha alcuna legittimità. I suoi componenti vadano a giocare alla pallacorda ad Arcore o al Festival del cinema 'de Roma.
Riporto il ricorso al Tar di tre avvocati contro la legge elettorale.
"Elezioni del 13/14 aprile: ricorso al Tar. La legge elettorale è incostituzionale e viola la Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
Oggi tre cittadini elettori, gli avvocati Aldo Bozzi, del foro di Milano, Giuseppe Bozzi, del foro di Roma e Giuseppe Porqueddu, del foro di Brescia hanno proposto ricorso al Tar del Lazio, impugnando i decreti del Presidente della Repubblica con i quali sono stati convocati i comizi per l'elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, nella parte in cui danno attuazione alle norme della legge Calderoli che appaiono in più stridente contrasto con i diritti fondamentali dei cittadini e le prerogative costituzionali del Presidente della Repubblica.
I ricorrenti, sulla scia dei rilievi mossi dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 15 del 2008 (ammissiva del referendum elettorale), chiedono che il Tar sollevi la questione di costituzionalità della legge Calderoli con riferimento a tre punti critici:
1) Le liste bloccate che privano l'elettore della possibilità di scegliere le persone che dovrebbero rappresentarlo in Parlamento
2) L'attribuzione di un premio di maggioranza non subordinato al raggiungimento di alcuna soglia minima
3) L'indicazione sulla scheda elettorale del candidato premier
L'impossibilità per gli elettori di scegliere i candidati cambia la natura del Parlamento perché trasforma tutti gli eletti, anziché in rappresentanti del popolo in rappresentanti dei partiti o dei capi politici che li hanno selezionati, comprimendo il principio costituzionale della rappresentativita e della libertà dei parlamentari, che devono esercitare le loro funzioni senza vincolo di mandato. Essa inoltre viola la Convenzione Europea dei diritti dell'uomo (articolo 3 del Protocollo I).
L'attribuzione di un premio di maggioranza, svincolato da ogni soglia minima, altera profondamente la composizione della rappresentanza. Entrambi i sistemi, sia il premio di maggioranza, sia le liste bloccate sono stati adoperati dal fascismo, con la legge Acerbo del 1924 e con la successiva legge del 1928, per espropriare il corpo elettorale della possibilità di compiere delle scelte libere e mortificare il Parlamento.
L'indicazione sulla scheda del capo della coalizione candidato alla carico di premier pregiudica le funzioni e la libertà del Capo dello Stato a cui la Costituzione attribuisce il compito di nominare il Presidente del Consiglio dei Ministri".
sabato 1 marzo 2008
Consiglio comunale del 3 marzo 2008
Sul sito del comune di Torreglia, credo per la prima volta, viene pubblicato l'ordine del giorno del prossimo consiglio comunale. Dopo 2 mesi e mezzo di buon silenzio, senza l'ombra di una commissione consigliare arriva un mastodontico consiglio comunale con al centro l'approvazione del bilancio di previsione 2008. Come se non bastasse, qualche giorno dopo succede la ciliegina: Arriva una integrazione all'ordine del giorno!!
Poveretti! Avranno dovuto preparare l'ordine del giorno talmente in fretta che si sono dimenticati un punto... e che punto.
Continuazione del contratto di servizio con ETRA s.p.a. per l'espletamento della gestione di nettezza urbana,raccolta,trasporto e smaltimento rifiuti solidi e urbani e della relativa tariffa.
Un punto semplice, accidentalmente passato sotto silenzio visto come integrazione e non pubblicizzato.
Viste tutte le proteste dell'ultimo periodo con ETRA per Bollette da 18 mesi, bollette ristoratori, problemi di servizio;
Considerato che nelle vicinanze esistono altri gestori più economici e con un servizio migliore,
NON ERA IL CASO DI SENTIRE LE IDEE DELLA POPOLAZIONE SU QUESTO ARGOMENTO SCOTTANTE!!
Partecipate tutti al prossimo consiglio per sentire le esternazioni del "sindaco" Bolognini!!
PUBBLICATO SUL SITO DEL COMUNE DI TORREGLIA
Lunedì 3 marzo 2008 alle ore 21,00 il Consiglio Comunale è convocato in seduta pubblica sessione ordinaria di prima convocazione, presso la Sala Consiliare della Sede Municipale, per la trattazione del seguente
ORDINE DEL GIORNO
1. Approvazione verbali della seduta precedente;
2. Approvazione nuovo regolamento per l’applicazione dell’imposta comunale sugli immobili;
3. Determinazione della misura degli interessi moratori da applicarsi ai tributi comunali (art. 1, comma 165, L.296/06);
4. Determinazione aliquota addizionale IRPEF 2008;
5. Aggiornamento del programma 2006/2008 per gli interventi concernenti le chiese ed altri edifici di culto ai sensi della legge regionale n. 44/1987;
6. Esame ed approvazione del bilancio di previsione 2008, relazione previsionale e programmatica e bilancio pluriennale 2008/2010; piano triennale delle opere pubbliche;
7. Approvazione programma degli interventi da attuarsi mediante il ricorso ad incarichi di consulenza, studio o ricerca ai sensi dell’art. 3, comma 55, della legge 244/2007;
8. Integrazione del regolamento per la disciplina dei lavori e delle forniture in economia;
9. Adesione al Consorzio Energia Veneto;
10. Costituzione del Consorzio tra gli Enti Locali ricadenti nell’ambito territoriale ottimale denominato “ATO Rifiuti Padova”. Approvazione dello Statuto e della Convenzione;
11. Approvazione variante al piano particolareggiato in via Romana-via Zara ai sensi dell’art. 11 della L.R. 61/1985;
12. Approvazione variante parziale delle N.T.A. del Piano Regolatore Generale, ai sensi dell’art. 50, comma 4, L.R. 61/85 e ss.mm. per riuso edificio A2.1 – Ditta Marcolin M.G;
13. Approvazione variante parziale al Piano Regolatore Generale, ai sensi dell’art. 50, comma 4, L.R. 61/85 e ss.mm. per riuso edificio A3 “Fornetto”;
14. Approvazione variante parziale al Piano Regolatore Generale, ai sensi dell’art. 50, comma 4, lett.b) L.R. 61/85 e ss.mm. per riuso edificio A2.2 – Scheda 137 – casa secolare delle dimesse.
mercoledì 27 febbraio 2008
ETRA...News
-- Tratto dal Gazzettino di Padova di Mercoledi 27 febbraio --
STIPENDI ETRA
Camposampiero
Stipendi Etra ancora al centro dell'attenzione e delle polemiche. I cittadini non hanno fatto nemmeno in tempo a cantare vittoria che la musica è ritornata ad essere la stessa. I consiglieri di Etra, la multiutility che gestisce i servizi di acqua, fognature e asporto rifiuti di 75 comuni tra le province di Padova, Vicenza e Treviso, hanno sì ridotto le poltrone, ma poco dopo si sono aumentati, per l'esattezza, raddoppiato lo stipendio.
A denunciare ennesimi sprechi che "sono un vero e proprio insulto ai cittadini alle prese con i "cari bolletta" e l'impossibilità di arrivare a fine mese", il consigliere di opposizione Domenico Zanon della lista civica "Camposampiero Città - Progetto Cambiamento".Zanon ha presentato un'interpellanza al sindaco Marcello Volpato ricordando che "Etra ha modificato il proprio sistema di governo passando dal sistema tradizionale al sistema dualistico fondato cioè su un Consiglio di Sorveglianza e su un Consiglio di Gestione. L'assemblea dei soci ossia i 75 sindaci ha pensato bene, subito dopo, di corrispondere al presidente l'importo di tremila euro mensili e a ciascun consigliere duemila euro sempre al mese - afferma Zanon - Ben venga la riduzione dei componenti del Consiglio di Amministrazione da 12 a 5 come prevede la Finanziaria 2006. È incredibile, però, che la sostanza, di fatto, non muti visto che, mentre si diminuisce da una parte si aumenta, e addirittura si raddoppia dall'altra: i compensi sono infatti raddoppiati passando da mille a duemila euro al mese per ciascun consigliere".
Non è una protesta nuova quella di Zanon che ricorda come "cittadini e amministratori pubblici locali abbiano più volte espresso le loro lamentele sia per il "caro bollette", visto l'aumento tariffario, sia per le "poltrone d'oro" di Etra vista le indennità di carica degli amministratori".
Zanon conclude chiedendo al proprio sindaco se il Comune di Camposampiero abbia rappresentato tali scelte nell'assemblea dei soci; se il raddoppio dei compensi ai singoli consiglieri sia in correlazione con l'aumento tariffario delle bollette o dell'inflazione o dovuto ad altre ragioni; se, per contenere la spesa pubblica, non fosse il caso di diminuire non solo i componenti del Consiglio di Gestione, ma anche l'ammontare del loro compenso. "Non sarebbe forse il caso - conclude - di revocare immediatamente tale decisione non solo per rispettare il dettato della Finanziaria 2006, ma anche per dare un buon esempio ai nostri amministrati?".
Nicoletta Masetto
lunedì 25 febbraio 2008
Attività consigliare/INTERROGAZIONE
Al Signor Sindaco
Del COMUNE di TORREGLIA
Torreglia 25 febbraio 2008
INTERROGAZIONE
Il sottoscritto Prendin Alessandro, consigliere comunale del comune di Torreglia,
VISTO l’art. 8 del regolamento comunale per l’erogazione dei contributi socio-assistenziali e di solidarietà alla famiglia pubblicato anche sul sito comunale;
VISTO che la commissione assistenza comunale non è più attiva per l’esame e la valutazione delle domande di contributo;
CONSTATATO che a tutt’oggi e a mia conoscenza, non ci sia stata modifica dell’articolo in questione;
CHIEDE
1. Quale sia l’iter che oggi l’amministrazione comunale percorre per l’esame e la valutazione delle domande di contributo.
2. Per quale motivo non si sia ancora provveduto alla sistemazione del regolamento comunale per l’erogazione dei contributi socio-assistenziali e di solidarietà alla famiglia considerata anche la sua pubblicazione sul sito comunale.
Distinti saluti
Alessandro Prendin
venerdì 22 febbraio 2008
BRUNETTA: Ecco come faremo a tagliare le tasse
Inutile lambiccarsi sul "che fare" in tema di tasse e spesa pubblica. Le regole ci sono già. Ce le fornisce, da tempo, l’Unione europea. La gelata di Almunia sulle nostre previsioni di crescita non cambia il «che fare», anzi lo rende, se possibile, ancora più obbligato: tagliare la spesa e ridurre la pressione fiscale per avere più sviluppo. Con una decisione dell’Ecofin del 22 febbraio 2000 sono stati messi a punto quattro criteri-guida per le decisioni politiche dei singoli governi.
La prima regola. Se l’equilibrio di bilancio non è ancora stato raggiunto in termini strutturali, la riduzione delle imposte dovrebbe essere accompagnata da tagli compensativi nella spesa, che non solo siano in grado di bilanciare la caduta di gettito (prodotta dal taglio delle tasse), ma che allo stesso tempo garantiscano gli obiettivi a medio termine previsti dal patto di stabilità su deficit e debito.
La seconda regola. Le riduzioni d’imposta non devono essere pro-cicliche. In fase di ciclo positivo, infatti, un alleggerimento fiscale, a parità di spesa, produce un effetto espansivo sulla domanda, che può condurre ad un surriscaldamento inflazionistico. È importante combinare riduzioni delle imposte a tagli di spesa nelle fasi espansive del ciclo. In altre parole, se si ammettono "deficit di crescita" quando il ciclo va male, così bisogna continuare ad essere rigorosi quando le cose vanno bene.
La terza regola. I Paesi con alti livelli di debito pubblico devono fissare e mantenere obiettivi di bilancio ambiziosi. Prima di tagliare le tasse questi Paesi devono dare concreti segnali di convergenza del debito a medio termine.
Quarta regola. Le riduzioni fiscali dovrebbero far parte di pacchetti di riforme più ampi. Poiché, ad esempio, le interazioni tra i sistemi fiscali e di welfare condizionano fortemente il buon funzionamento del mercato del lavoro, i tagli delle tasse dovrebbero essere realizzati in stretta relazione e in sincronia con altre riforme strutturali rilevanti in questo specifico mercato (scuola, formazione, ammortizzatori sociali).
Solo così le riduzioni fiscali si trasformerebbero in maggiore produzione e occupazione.
Facciamo, dunque, due conti e un semplice esercizio sul retro di una busta. Nella contabilità della nostra finanza pubblica possiamo vedere come, grosso modo, la spesa corrente per l’anno 2007 ammonti a circa 700 miliardi di euro, con incrementi annui medi variabili di circa 20 miliardi di euro. Parimenti le entrate correnti, vale a dire il totale del gettito (entrate tributarie ed extra-tributarie) appaiono dello stesso ammontare, attorno ai 700 miliardi di euro.
Considerando tutto questo, una semplice strategia virtuosa ed europea di finanza pubblica potrebbe partire da una altrettanto semplice equivalenza: tagliare di mezzo punto di Pil all’anno la spesa corrente (circa 7 miliardi di euro), e con questo ammontare di risorse finanziare la riduzione della pressione fiscale che, viste le basi uguali, comporta una riduzione della pressione fiscale di pari ammontare e cioè mezzo punto di Pil. Tutto questo avrà come effetto il controllo della dinamica della spesa corrente e la riduzione tendenziale della pressione fiscale, a parità di altre dinamiche.
Ne deriva, anche, che la riduzione della pressione fiscale, incidendo sulla fiscalità tanto delle famiglie quanto delle imprese, porta degli effetti positivi in termini di aspettative, di consumi e di investimenti, il che potrebbe produrre un aumento di gettito conseguente, proprio, alla minor pressione fiscale e al conseguente maggior reddito disponibile. Partendo da questa semplice operazione di chiara visibilità, il prossimo governo dovrebbe impegnarsi a destinare tutto l’extragettito che si dovesse formare unicamente alla riduzione del deficit e del debito. Un circuito virtuoso fatto di taglio e tenuta sotto controllo delle dinamiche della spesa corrente, riduzione della pressione fiscale e riduzione del deficit e del debito. Un circuito virtuoso che non può che migliorare le aspettative interne e internazionali, con in più la riduzione del costo del nostro servizio del debito (gli interessi che paghiamo sulla montagna del nostro debito).
Se questo tipo di terapia venisse mantenuta con rigore anno dopo anno per tutti i 5 anni della prossima legislatura, con una crescita del Pil anche non esaltante, avremmo una spesa corrente sotto controllo (pur in aumento), avremmo una pressione fiscale in netta riduzione, avremmo un rapporto deficit/Pil probabilmente azzerato (già nel 2009-2010) e un rapporto debito/Pil sotto la soglia del 100% (sempre nel 2009-2010), con aumento del reddito disponibile (e, quindi, dei consumi) e aumento degli investimenti. Se a questo aggiungiamo operazioni sul lato patrimoniale, vale a dire l’avvio massiccio di valorizzazioni e dismissioni del patrimonio pubblico centrale e periferico, metteremmo finalmente l’economia e la finanza pubblica del nostro Paese sul giusto sentiero.
A tutto ciò, poi, si aggiunga la lotta, non estemporanea e spettacolare (alla Visco per intenderci) all’evasione fiscale, soprattutto attraverso la compartecipazione dei Comuni all’accertamento e alla riscossione, per un fisiologico e non ossessivo incremento del gettito. In definitiva, un circuito virtuoso in cui lo Stato spenderà meno e spenderà meglio, i cittadini saranno tassati meno e aumenterà il loro reddito disponibile, aumenteranno i consumi, diminuirà il capitale morto e aumenterà il capitale vivo e per questa via tutto il sistema avrà modo di espandersi anche dal punto di vista dell’efficienza e della trasparenza.
Questa la ricetta: facile a dirsi, difficile a realizzarsi, soprattutto con i chiari di luna che ci aspettano. Che ne dicono i due schieramenti in campo? Il centrodestra ci ha già provato con buoni risultati. Prodi ha fatto tutto il contrario. A chi credere adesso?
Tratto da "Il Giornale" del 22 febbraio 2008
mercoledì 20 febbraio 2008
VERSO IL VOTO/4
«Sono certo, ci ritroveremo»
Intervista a Beppe Pisanu
di Errico Novi [20 febbraio 2008]
Da cattolico Beppe Pisanu non perde la speranza. Guarda oltre le divisioni di questa campagna elettorale, elabora la rottura tra il Popolo della libertà e l’Udc come un episodio, un passaggio destinato a risolversi quando «tutti noi moderati ci ritroveremo, già dopo le elezioni». Sarà la comune appartenenza al popolarismo europeo il punto di confluenza, sarà «la forza stessa delle cose». Intanto l’ex ministro dell’Interno, da senatore uscente, sta per riproporsi nella lista unica varata da Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Ma lo stesso Pdl per lui è il primo atto di un grande progetto, non un punto di arrivo, e non pregiudica affatto la riappacificazione con Pier Ferdinando Casini. «Con la confluenza di Forza Italia, An e altri gruppi minori nella lista del Pdl è concretamente iniziato il cammino del partito unico dei moderati italiani. È un fatto molto importante, destinato a segnare profondamente il futuro politico del nostro Paese».
Un primo passo, dice: lei non esclude dunque un futuro ricongiungimento con l’Udc.
«Non solo non lo escludo, ma auspico vivamente che l’incontro con il partito di Casini possa realizzarsi dopo la campagna elettorale».
Adesso sembra impossibile.
«Ricordiamo una cosa: molti amici dell’Udc insieme a tanti altri esponenti di Forza Italia e An sono stati tra i principali protagonisti di quei convegni di Todi nei quali fu elaborato il progetto del partito dei moderati. Da quel lavoro è venuta fuori una carta dei valori che poi è stata sottoscritta da Berlusconi, Fini e Casini».
È una burrasca destinata a esaurirsi presto, insomma. Converrà che il suo punto di vista è veramente un’eccezione, in questo momento.
«Guardi, la mia impressione è questa: un gruppo di amici che ha camminato a lungo con noi in vista di un traguardo ben individuato ha preso adesso un sentiero laterale, ma solo per poco tempo».
Intanto c’è una rottura pesante per l’elettorato. Siamo lontani dal caso francese: Casini non è assimilabile a François Bayrou, il cui partito si riconosceva in una famiglia politica europea diversa dal Ppe. Noi parliamo di forze che rientrano tutte nell’alveo popolarismo o, nel caso di An, aspirano a farne parte.
«E infatti siamo in un caso del tutto diverso: pur deviando rispetto al percorso politico interno, gli amici dell’Udc restano a pieno titolo nella casa comune del Partito popolare europeo, e comunque lì ci ritroveremo».
Ora però c’è il voto e la divisone apparirà evidente.
«Adesso forse è difficile richiamare alla mente certe questioni di fondo: ma il 2 dicembre del 2006 nella folla straripante di piazza San Giovanni si coglieva una domanda possente di unità dei moderati. E io credo che quella domanda oggi interpelli particolarmente gli amici dell’Udc».
Sarà anche per il sistema elettorale, ma sul fatto che il centrodestra possa ricompattarsi in Parlamento pesano molte incognite.
«Non solo gli amici dell’Udc, ma anche tutti noi del Popolo della libertà, nonostante le incomprensioni e i rischi di questa campagna elettorale, dobbiamo tenere presente che il traguardo dell’unità ci è stato assegnato dai moderati e che lì prima o poi dovremo arrivare insieme».
Dalle cose che dice, senatore, si capisce che avverte non solo il peso ma persino il dolore di questa rottura.
«Certamente è una vicenda che addolora tutti. E proprio perché credo che possa essere sanata in tempi ragionevolmente brevi spero che ciascuno di noi faccia ora tutto il possibile per attenuarne gli effetti negativi».
Va bene che siamo in campagna elettorale ma, insomma, cerchiamo di non farci troppo del male.
«Non conviene a nessuno nel centrodestra regalare spunti polemici alla sinistra».
Ma lei crede a un recupero del Pd? O è Veltroni che si aggrappa a quello che capita?
«Non mi lascio suggestionare da certi espedienti elettoralistici e so bene che allo stato attuale delle cose il vantaggio del centrodestra è praticamente incolmabile. Il Pd di Veltroni sta facendo di tutto per apparire come un partito di sinistra che marcia verso il centro. Con il deliberato proposito di arrivare ai voti dell’area moderata e giocarsi tutto con questa parte di elettorato».
E questo può diventare un rischio per il Pdl? Bisogna affidarsi a qualche tema in particolare per respingere l’attacco?
«Ma finora è Veltroni che ha cercato di appropriarsi dei temi classici del centrodestra: dalla sicurezza alle tasse, alla questione dei valori e dell’identità sostanzialmente cristiana del popolo italiano. E non credo che su questo terreno possano essere più credibili di noi».
Si può perdere qualche quota di consenso?
«Sono convinto che mentre Veltroni marcia verso il centro, il Pdl può avanzare a passo ancora più spedito verso il blocco sociale della sinistra, compresi i lavoratori dipendenti. Già oggi il centrodestra è maggioritario nel mondo operaio del Nord».
Ecco, questo è un discorso finora sottovalutato dalla campagna elettorale.
«Ed è per questo che l’operazione di Veltroni mi sembra un po’ spericolata: rischia di perdere a sinistra molto più di quanto possa sperare di guadagnare al centro».
Quando dice a sinistra non intende verso la Sinistra di Bertinotti.
«Assolutamente no, faccio non a caso l’esempio del Nord, dove il centrodestra è già maggioritario anche nella mitica classe operaia del triangolo industriale».
C’è un problema diverso al Sud: lì bisogna competere con sistemi di potere locali come quello campano che rischiano di essere una zavorra per qualsiasi governo.
«La Campania, la Calabria e altre aree del Mezzogiorno continentale cercano disperatamente di uscire dalla morsa della malapolitica e del crimine organizzato. Serve un’iniziativa dei gruppi dirigenti più responsabili della società, dell’economia e della politica meridionale. A noi del Pdl spetta senz’altro un grande sforzo per inserire nelle liste personalità riconoscibili del mondo cattolico proprio al Sud, dove la domanda di competenza e moralità è così acuta e quasi angosciante».
I cattolici moderati: sarebbe incomprensibile vederli divisi in Parlamento.
«Ma in questi ultimi quindici anni noi ci siamo ritrovati uniti sulle istanze etico-religiose come su tutti i grandi problemi della politica interna e internazionale. A elezioni fatte sarebbe molto più difficile distinguersi che ritrovarsi insieme. Guardi, il mio auspicio non è sentimentale, è razionale: fa affidamento sulla forza delle cose».
C’è un rischio di dispersione del voto moderato, di uno smarrimento tra gli elettori?
«Certamente ci potrà essere smarrimento, disorientamento. Ma non fino al punto da spingere gli elettori moderati ad andare a sinistra».
Servono nervi saldi, per scongiurare il pericolo.
«Sono convinto che tutti i dirigenti del Pdl e dell’Udc hanno il dovere di affrontare le difficoltà della campagna elettorale con la consapevolezza di essere momentaneamente divisi in una prospettiva definitivamente unitaria. Che senso avrebbe farci del male tra noi a beneficio esclusivo dei nostri avversari?».
domenica 17 febbraio 2008
VERSO IL VOTO/3
La veltronomics s'è scordata la spesa pubblica
di Giuseppe Pennisi
Nel discorso programmatico con cui ha aperto, nella francescana Spello, la campagna elettorale del Partito Democratico, Walter Veltroni ha glissato su un punto essenziale di politica economica: verrà contenuta o non verrà contenuta la spesa pubblica che supera la metà del prodotto interno lordo? L’ambiguità non è dovuta al caso od alla poca abilità dei suoi speech writers.
Da un canto, Veltroni tende a tranquillizzare la grandissima parte dell’elettorato tartassata nei 20 mesi del Governo Prodi – e lo fa con la giaculatoria “pagheremo meno tasse perché le pagheranno tutti”. Da un altro, deve tenere a bada il “partito della spesa” che, sindacati in prima linea (soprattutto Cgil e Cisl), è l’architrave stessa del Partito Democratico ed ha già posto sul piatto una richiesta di 7 miliardi di euro di aumenti di stipendio ai dipendenti pubblici.
Se ne è accorto anche Il Sole-24 Ore (nella cui redazione, e direzione, non manca chi guarda con grande interesse, e con più di una punta di malcelata simpatia, all’esperimento veltroniano). L’editoriale del 13 febbraio invitava apertamente ad indicare quali poste di spesa ridurre. A riguardo, indicazioni puntuali sono già venute dal Popolo della Libertà PdL (specialmente in materia di ritorno al sistema previdenziale modificato dalla costosa controriforma Prodi-Damiano-TPS).
In effetti, proprio mentre la Veltronieconomcs non si pronunciava in materia di spesa pubblica, la Banca Mondiale pubblicava (e metteva on line) un’analisi comparata del nesso tra spesa pubblica e crescita basata su un lavoro econometrico in cui si esamina l’esperienza di 140 Paesi (118 in via di sviluppo e 21 appartenenti all’Ocse) in un lasso di tempo (1972-2005) sufficientemente lungo da essere significativo. La crescita (definita in quanto aumento del pil pro-capite del 2% l’anno per almeno un lustro) si verifica quando per almeno cinque anni di seguito la spesa primaria (ossia al netto del pagamento degli interessi sul debito) non cresce più dell’1% l’anno e l’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni non supera mai il tetto del 2% del pil. Perché si verifichino queste due condizioni, occorre un’effettiva cura dimagrante della macchina pubblica italiana con i suoi annessi e connessi: non basta promettere che non verrà ulteriormente aumentata la pressione fiscale.
Un’alta spesa pubblica non è solamente una palla di piombo alla crescita. E’ anche un concime per la criminalità. Lo documenta un’analisi quantitativa effettuate nell’ambito dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ed ancora in corso di pubblicazione. Si può, se si desidera esaminarne i dettagli, rivolgersi all’autore Raul Caruso (raul.caruso@unicatt.it). Dopo un’introduzione teorica (ancorata alle teorie economica della rendita), il lavoro contiene un’analisi empirica su dati di 20 Regioni nell’arco di tempo 1977-2003.
L’analisi contiene la costruzione di un indice di intensità e diffusione della criminalità organizzata. I risultati principali sono i seguenti:
a) una correlazione negativa tra investimenti nel settore privato e criminalità organizzata;
b) una correlazione positiva molto forte tra spesa ed investimenti pubblici (specialmente nell’edilizia) e criminalità organizzata;
c) una correlazione negativa, invece, tra tutela sociale e criminalità organizzata. E’ utile ricordare che nel 1998 Giuseppe Tullio e Stefano Quarella (allora ambedue all’Università di Brescia) giunsero a conclusioni analoghe con un apparato statistico molto più semplice di quello di Caruso: le aree a più alto tasso di spesa pubblica erano proprio quelle con il più alto tasso di omicidi.
Quindi è bene che la Veltronieconomics sia chiara (se può) su come il PD intende tagliare la spesa e, di conseguenza, migliorare la sicurezza dei cittadini ed il controllo del territorio da parte dello Stato.
Riferimenti
Caruso R. "Public Spending and Organised Crime in Italy - A Panel-Data Analysis Over the Period 1997-2003 (Spesa Pubblica E Criminalità Organizzata in Italia Evidenza Empirica Su Dati Panel Nel Periodo 1997-2003)" In corso di stampa; si può richieder a raul.caruso@unicatt.it
Carrerw C., De Melo J."Fiscal Spending and Economic Performance: Some Stylized Facts" World Bank Policy Research Working Paper No. 4452
Attività consigliare/MOZIONE
Presentata in data 18 Febbraio.
Torreglia 16 febbraio 2008
MOZIONE
Il sottoscritto Prendin Alessandro, consigliere comunale del gruppo Obiettivo Torreglia, presenta la seguente MOZIONE:
“Premesso che :
“La partecipazione attiva dei giovani alle decisioni e alle attività a livello locale e regionale è essenziale se si vogliono costruire delle società più democratiche, più solidali, e più prospere. Partecipare alla vita democratica di una comunità, qualunque essa sia, non implica unicamente il fatto di votare o di presentarsi a delle elezioni, per quanto importanti siano tali elementi. Partecipare ed essere un cittadino attivo, vuol dire avere il diritto, i mezzi, il luogo, la possibilità, e, se del caso, il necessario sostegno per intervenire nelle decisioni, influenzarle ed impegnarsi in attività ed iniziative che possano contribuire alla costruzione di una società migliore.
Gli enti locali e regionali, che sono le autorità maggiormente vicine ai giovani, hanno un ruolo rilevante da svolgere per stimolare la loro partecipazione. In tal modo, possono vigilare affinché non ci si limiti ad informare i giovani sulla democrazia e sul significato della cittadinanza, ma vengano offerte loro le possibilità di farne l’esperienza in modo concreto. Tuttavia, la partecipazione dei giovani non ha l’unica finalità di formare dei cittadini attivi o di costruire una democrazia per il futuro. Perché la partecipazione abbia un vero senso, è indispensabile che i giovani possano esercitare fin da ora un’influenza sulle decisioni e sulle attività, e non unicamente ad uno stadio ulteriore della loro vita.
Nel sostenere e nell’incoraggiare la partecipazione dei giovani, le autorità locali e regionali contribuiscono ugualmente ad integrarli nella società, aiutandoli ad affrontare non solo le difficoltà e le pressioni che subiscono, ma anche le sfide di una società moderna in cui l’anonimato e l’individualismo sono spesso accentuati. Nondimeno, perché la partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale si riveli un successo duraturo e significativo, non è sufficiente sviluppare o ristrutturare i sistemi politici ed amministrativi. Ogni politica e ogni attività di promozione della partecipazione dei giovani deve accertarsi che esista un ambiente culturale rispettoso dei giovani e deve tener conto della diversità delle loro esigenze, delle loro situazioni e delle loro aspirazioni. Deve inoltre comportare una dimensione di svago e di piacere”.
Rilevato che:
Il Consiglio d’Europa, Conferenza Permanente dei poteri locali e regionali d’Europa, tramite la sottocommissione della gioventù, nel 1990 ha promulgato la “Carta europea della partecipazione dei giovani alla vita comunale e regionale” (Strasburgo 17 Novembre 1990);
Il 21 maggio 2003 la Carta ha subito una revisione;
Tale documento delinea alcune grandi direttrici destinate a facilitare la partecipazione dei giovani alle decisioni che li riguardano, a livello di strada, quartiere, Comune e Regione;
Ritenuto che:
affinché le Amministrazioni avviino una vera e propria progettualità nel campo delle politiche giovanili - così come prevede la "Carta di partecipazione dei giovani alla vita municipale e regionale" - sia necessario promuovere la costituzione di una "Consulta giovanile".
La Consulta Giovanile deve essere aperta a tutte le realtà giovanili organizzate sul territorio che desiderino farne parte. In un momento in cui la realtà giovanile è in continuo movimento e le problematiche che la riguardano sono molteplici e complesse, le Amministrazioni devono ritenere importante e fondamentale il momento di confronto, istituzionalizzando un luogo specifico dove i giovani possono avere la parola sui problemi riguardanti il Comune, assicurando così una formazione alla vita democratica ed alla gestione della vita cittadina.
Obiettivo è costituire un luogo privilegiato di confronto e dibattito democratico ove raccogliere, da un lato, sollecitazioni e proposte su tutto ciò che può riguardare la condizione giovanile per poi riportarlo al Consiglio Comunale e, dall'altro come momento di ricaduta delle iniziative nell'ambito in cui ogni organizzazione opera. Per questo motivo la Consulta Giovanile può diventare il primo punto di riferimento dell'Amministrazione per quanto riguarda il rapporto con la realtà giovanile organizzata. Ciò fa si che la Consulta possa davvero avere potere propositivo in materia di interventi a favore dei giovani, nei confronti del Consiglio Comunale.
Ritenuto che la “Carta europea della partecipazione dei giovani alla vita comunale e regionale” sia prerogativa fondamentale alla costituzione di una Consulta Giovanile, intesa anche come Organo consultivo del Consiglio Comunale in materia di politiche giovanili;
Impegna:
1. Il consiglio comunale e la giunta a recepire la “Carta della partecipazione dei giovani alla vita municipale e regionale”, che si allega alla presente deliberazione per formarne parte integrante e sostanziale;
2. Il Sindaco a conferire in tempi brevi la delega alle politiche giovanili in modo che possa essere individuato in maniera inequivocabile un referente all’interno dell’amministrazione comunale.
3. La giunta comunale a predisporre un percorso in tempi brevi che porti alla costituzione della Consulta Giovanile anche a Torreglia.
Distinti saluti
Alessandro Prendin
sabato 16 febbraio 2008
Sondaggio per gli amici di Obiettivo Torreglia
VERSO IL VOTO/2
--TRATTO DA IL GIORNALE di Sabato 16 febbraio--
Berlusconi avverte: "Se Casini
non si decide, lo facciamo noi"
da Roma
È sempre più sottile, quasi impercettibile, il filo che lega l’Udc al Popolo della libertà. L’ultima notte, quella appena passata, per una trattativa tutta in salita (forse disperata); eppoi oggi la formalità di una separazione che sembra ormai inevitabile.
«L’accordo con Casini? Sarà difficile», spiega Silvio Berlusconi a Tv7. «Comunque, chiedete a lui...». E racconta: «Stamattina (ieri per chi legge, ndr) mi ha cercato lui, ma io non potevo. Nel pomeriggio, l’ho richiamato io: è stata una telefonata cordiale, come sempre». Ma la cordialità, forse, salva la forma; non la sostanza. Tant’è che appena rientrato a Palazzo Grazioli, il Cavaliere precisa: «Domani (oggi, ndr) o Casini mette la parola fine o la mettiamo noi: adesso bisogna decidere. Altrimenti sembra che noi ci dividiamo, quando invece abbiamo fatto un grande partito del 40/45%. Comunque, con Casini ci dobbiamo sentire ancora. La decisione la devono prendere loro. Le porte non sono aperte, sono spalancate».
E spiega che le condizioni sono sempre le stesse: per l’Udc come per gli altri partiti della coalizione. «Tutti hanno rinunciato al simbolo e l’unica eccezione è la Lega, che abbiamo convinto a presentarsi solo al Nord». Ne consegue che «non potremmo chiedere ad altri che hanno messo da parte il simbolo, come An o la Democrazia cristiana di Rotondi, di fare un’eccezione per i centristi». Ad An non andrebbe giù: «Non accetta che ci sia un trattamento diverso». Nonostante il partito unico, restano delle sfumature tra i due partiti. «Non sminuisco Fini, ma in Forza Italia non c’è ancora la possibilità di un’adesione» su una sua eventuale leadership del centrodestra. «Viene vissuto, per ora, ancora come leader di una parte». Per la futura guida della coalizione «ci sono personaggi importanti che stanno emergendo», ma nessuno con un consenso sufficiente.
Berlusconi resta ottimista sul risultato delle elezioni e ribadisce l’intenzione di una campagna elettorale «tranquilla». «Quasi non dovrei farla - osserva -. Basta dire: signori, voi mi conoscete, io sono qua, se mi volete, per governare il Paese».
Il programma c’è già. Ed è stato già presentato a Joaquin Almunia, che «credo che possa condividere il nostro piano». Ci sarà l’abolizione dell’Ici, «uno dei tre provvedimenti che porteremo nel primo Consiglio dei ministri». E delle misure per le pensioni ma non un ritorno allo scalone. Confermato l’impegno per liberalizzare i servizi pubblici locali con l’obiettivo di far abbassare le tariffe. Non come quelle della sinistra: «Un bluff, hanno portato benefici solo alle cooperative». Nessuna prova di forza, invece, sull’aborto. «Non credo che questo tema delicato sia da campagna elettorale. Non credo che si debba cambiare l’attuale legge, credo che si debba applicare meglio». Davanti alle telecamere di Tv7 Berlusconi giudica «specchietti per le allodole» gli impegni che Walter Veltroni sta prendendo in campagna elettorale, «sono le promesse mancate di Prodi». E non crede ai miracoli in fatto di recupero dell’evasione fiscale: «I 40 miliardi in più nelle entrate dello Stato sono il frutto dell’aumento della pressione fiscale. Solo due sono entrati per la lotta all’evasione». E sempre a proposito di Veltroni, a chi gli osserva che farà la campagna elettorale in pullman, risponde con un sorriso: «Buon viaggio...». Per poi stigmatizzare il sostegno del leader del Pd a Barack Obama: «Un grave errore. Si rende la vita difficile se poi vincesse, come è probabile, McCain. Non si deve mai intervenire negli affari interni di un Paese, soprattutto se alleato». E alla domanda su chi vorrebbe della sinistra nel suo governo risponde: «Se io dicessi un nome lo metterei in cattiva luce presso i suoi. A me piacerebbe avere Tony Blair».
Minore fair play, per i partiti minori. Per esempio, a proposito della Rosa bianca (la compagine di Pezzotta, Baccini e Tabacci), alla quale attribuisce «meno dello 0,8%». A chi gli ricorda che anche Clemente Mastella correrà da solo alle elezioni, risponde con un diplomatico «benissimo». Quanto alla scelta solitaria della Destra di Storace e Santanchè, commenta: «È giusto che ci sia una destra». Infine una battuta anche su Enzo Biagi: «Mi sono battuto perché restasse in Tv ma alla fine prevalse il suo desiderio di poter essere liquidato con un compenso molto alto». Un’affermazione che suscita l’immediata reazione di Bice e Paola Biagi: «Siamo letteralmente indignate».
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