mercoledì 16 luglio 2008

Legambiente sul Tauriliano é «Lottizzazione illegittima»


dal Il Padova del 16/07/08
■ Una lettera al difensore civico regionale per «rompere il colpevole silenzio calato sul caso della lottizzazione Tauriliano a Torreglia». Questa l'iniziativa intrapresa ieri da Legambiente Padova: un disperato appello quando oramai i cantieri per la realizzazione della nuova area residenziale di via Vallarega sono vicini alla conclusione. L'associazione ambientalista denuncia presunte irregolarità nell'iter che ha portato «alla cementificazione di una delle ultime valli naturali dei Colli». «Le denunce di Galan contro gli sfregi ambientali incalza Lorenzo Cabrelle, del direttivo Legambiente Padova sono destinate a trasformarsi in un ululato alla luna se poi il presidente non dota gli uffici regionali dei mezzi per vigilare». «Circa un anno fa spiega Davide Sabbadin della segreteria regionale dell'associazione abbiamo chiesto alla Regione di intervenire, ma non abbiamo ancora ottenuto risposta». La battaglia di Legambiente ha preso le mosse nel 2005. «Abbiamo segnalato spiega Cabrelle che quella che doveva essere la ristrutturazione di un vecchio allevamento di visoni abusivo si era trasformata in una lottizzazione di 6mila500metricubi di volume urbanistico». L'area da agricola, attraverso una variante parziale al prg. è stata trasformata in zona turistico-ricettivasportiva
«Un'operazione illegittima sostiene Cabrelle perché un passaggio di questo tipo avrebbe dovuto richiedere una variante generale».
CI SIAMO RIVOLTI alla Provincia aggiunge Sabbadin cui la legge urbanistica regionale ha affidato il compito di annullare gli atti illegittimi dei Comuni». Palazzo Santo Stefano ha risposto nel 2007 dichiarando inammissibile l'istanza: nel regolamento provinciale per l'esercizio delle funzioni delegate dalla legge urbanistica si stabilisce che «le varianti al prg restano escluse dall'ambito di applicazione». «Ci siamo appellati alla Regione contro il pilatismo della Provincia aggiunge Sabbadin ma non abbiamo ottenuto risposta». «L'iter ,è la replica del vicesindaco di Torreglia Duilio Bolognini è legittimo. Abbiamo riqualificato un'area dove era presente un allevamento abbandonato, mantenendo invariato il volume e consentendo la realizzazione di una piscina, un centro sportivo e una sala congressi». ■ RO.VO.

lunedì 16 giugno 2008

Voto in Sicilia: centrodestra a valanga

Otto province a zero con percentuali che vanno dal 60 al 75%. A Palermo vince Avanti, a Catania Castiglione

PALERMO - Il centrodestra si aggiudica a larghissima maggioranza le elezioni provinciali in Sicilia: otto province su otto finiscono all'alleanza formata da Pdl, Mpa, Udc e liste locali. Nonostante siano stati scrutinati circa il 10% dei seggi, la maggioranza per il centrodestra è tale (percentuali oscillanti tra il 60 e il 75%, eccetto la provincia di Enna con il 55%), che il risultato non pare essere in discussione.

PROVINCIALI - Nella provincia di Palermo si profila la probabile vittoria di Giovanni Avanti, a Messina successo di Nanni Ricevuto, a Catania trionfa Giuseppe Castiglione. Nella provincia di Siracusa vince Nicola Bono, ad Agrigento partita facile per Eugenio D'Orsi, mente un po' più difficile a Enna per Giuseppe Monaco. A Caltanisetta vince Giuseppe Federico, infine a Trapani si aggiudica il successo Mimmo Turano.

COMUNALI - Nei tre capoluoghi di provincia dove si votava (Catania, Messina e Siracusa) lo spoglio delle schede inizierà dopo la fine degli scrutini per le provinciali.

VOTANTI - Deciso il calo dei votanti: complessivamente sono stati il 55,54%, con un calo dell'8,92%. Ma nella provincia di Palermo sono andati alle urne solo il 41% degli aventi diritto, con un calo di 20 punti netti rispetto alle provinciali precedenti.
Affluenza ferma in Sardegna: 74,7%, la stessa del turno precedente. In Sardegna si è votato in 34 Comuni per un totale di 112.167 elettori. Ad Assemini, unico Comune con oltre 15 mila elettori, ha votato il 60,5% contro il 69,4% delle precedenti amministrative.

giovedì 1 maggio 2008

Il populismo di sinistra



Dal CORRIERE DELLA SERA DEL 01/05/08.

Da notare Che il Corsera ha sempre difeso
Visco nelle sue battaglie forcaiole
nei confronti dei Contribuenti.

Visco e i redditi in Rete

I maligni tireranno in ballo lo stress da mancata ricandidatura e da conseguente perdita di status, ma anche chi come noi ha largamente apprezzato gli straordinari successi ottenuti dal ministro Vincenzo Visco nella lotta all'evasione, non può non giudicare improvvida l'ultima sua sortita. Il Pd e quel che resta della sinistra avrebbero bisogno di un po’ di tranquillità per riprendersi dalla botta e ricominciare a macinare (nuova) cultura politica. Per una tradizione che si è fatta sempre vanto di saper ascoltare il disagio sociale, l’aver dovuto ammettere coram populo che i suoi avversari storici sono stati più capaci di rappresentare ansie e timori di ceti medi e lavoratori manuali tradisce il rumore di un sonoro schiaffo. Ma non è con la scorciatoia, rappresentata dalla pubblicazione on line di tutte le dichiarazioni dei redditi, che si riacquista presenza sul territorio, che si riprende a rappresentare il disagio del cittadino globale e lo si incanala in una prospettiva politica.

L’idea che sembra star dietro alla mossa di Visco è quella di un controllo sociale dal basso, di utilizzare un sistema circolare di gogna per generare riprovazione nei confronti degli evasori totali o parziali. Ma siamo veramente sicuri che tutto ciò aiuti l’efficacia delle politiche pubbliche di recupero fiscale? Pensa davvero il ministro Visco che il voyeurismo web per individuare quanto guadagna il dentista del piano di sopra o il dirigente d’azienda che-ha-appena-comprato-l’attico-che-volevamo-noi porti a una crescita dell’etica pubblica? O non al contrario all’incremento dell’invidia sociale e all’emulazione di comportamenti viziosi? Nella storia, del resto, il controllo sociale diffuso è servito quasi sempre a legittimare regimi al potere o comunque a generare società chiuse e illiberali. E se qualcuno a sinistra pensa che al tanto vituperato populismo della destra berlusconiana si debba finire per contrapporre una robusta demagogia di segno opposto, vale la pena di ricordare come le vicende politiche anche recenti di questo Paese dimostrino che l’indignazione a comando finisce quasi sempre per gonfiare le urne della destra. Non c’era dunque alcun bisogno che Visco, a tempo elettorale ampiamente scaduto, regalasse nuovo consenso ai vincitori delle elezioni e versasse altro sale nelle ferite del Partito democratico. E non c’era nemmeno bisogno che la sua collega Livia Turco entrasse nel mirino del centro-destra per quelle che sono definite «forzature» nell’applicazione della legge 40. La vendetta è uno dei pochi piatti che notoriamente va servito freddo. Caldo, tradisce solo il nervosismo del cuoco che evidentemente ha solo voglia di spegnere i fornelli e andarsene a casa al più presto.

Dario Di Vico
da www.corriere.it

martedì 22 aprile 2008

Novità sul sito comunale


1) CONTROLLO ELETTRONICO DELLA VELOCITA'
Il sito comunale indica ogni settimana giorni e orari in cui i vigili sono presenti ed in quali strade.
La Polizia Locale comunica che attuerà il controllo elettronico della velocità nel territorio comunale dal 21 aprile al 27 aprile 2008 nei giorni seguenti:

- Mercoledì dalle ore 14,00 alle 19,00

- Giovedì dalle ore 9,00 alle 13,00
- sabato dalle ore 14,00 alle 19,00;


Le vie interessate sono le seguenti:
via Romana, via Montegrotto, via Castelletto, via S. Daniele, via Mirabello.


2)ASSEMBLEE PUBBLICHE
L'amministrazione comunale ha fissato per martedì 29 marzo una assemblea pubblica per parlare con la cittadinanza.
L'invito che rivolgo a tutti è:PARTECIPARE E FARSI SENTIRE!

3) DELIBERE CONSIGLIO COMUNALE
Sono state pubblicate sul sito comunale le delibere dell'ultimo Consiglio comunale del 3 marzo u.s.
E' una lodevole iniziativa ma devo dire che ho subito riscontrato e segnalato la mancanza di una delibera dall'elenco pubblicato e precisamente quella riguardante la convenzione con ETRA per l'asporto rifiuti della durata di 10 anni.
E' proprio una delibera sfortunata! Era talmente urgente che non si è potuto pubblicizzarla! è talmente urgente che ci si è dimenticati di pubblicarla!
Nessuno la può vedere questa poverella!

Storiella


Colgo il primo momento libero dopo le elezioni politiche per raccontare un fatto successomi negli ultimi giorni di campagna elettorale prima del voto politico.
Passando per Torreglia in macchina ho potuto accorgermi di diversi manifesti del PD (partito democratico) affissi in maniera selvaggia in posti non consentiti per la campagna elettorale (Pensiline autobus). Inoltre ho potuto notare negli spazi pubblici delle affissioni locali dei volantini pubblicizzanti incontri elettorali con candidati alla camera e con tanto di timbro delle pubbliche affissioni!!
Disgustato da tale comportamento ho deciso di scrivere una mail al comandante dei vigili per segnalare la situazione. Ecco il testo:

Lg 4 aprile 1956 n°212Art.1L'affissione di stampati e di manifesti di propaganda da parte di partiti o gruppi politici che partecipano alla competizione elettorale è effettuata esclusivamente negli appositi spazi a ciò destinati in ogni comune. La legge 515 del 93 regola in trenta giorni prima del voto questo obbligo. A Torreglia, come potete vedere dalle foto questa legge non vale. Ci sono manifesti del Partito Democratico affissi sotto le pensiline degli autobus addirittura nella centrale Piazza Capitello. Ci sono manifestini che pubblicizzano incontri elettorali del Partito Democratico con la presenza di candidati e la partecipazione del Sindaco di Torreglia affissi nelle pubbliche affissioni con tanto di timbro del servizio comunale. Tutto questo va avanti ormai da molti giorni!Chi dovrebbe vigilare sul rispetto della legge?E' ormai molto tempo che il partito Democratico fa un uso indiscriminato delle affissioni affigendo manifesti piccoli e grandi un po' dappertutto.Qualcuno dovrebbe porre un freno a questa affissione selvaggia!
Alessandro Prendin
Consigliere ComunaleObiettivo Torreglia


Con una certa velocità il comandante mi rispondeva a sua volta via mail così:

Egregio Consigliere,la ringrazio della segnalazione e ne prendo atto.Comunico che con verbale di sopralluogo n. 28/2008 del 05/04/2008 questo Comando ha accertato della affissioni elettorali fuori dagli appositi spazi ed ha provveduto, tramite il servizio tecnico - manutentivo alla relativa immediata deffissione.Ho già avvisato il servizio tecnico perchè verificchi l'ulteriore presenza di detti manifesti e di provvedere alla deffissione immediata.Sono a disposizione per ogni chiarimento.Distinti saluti.

Verificando di persona ho potuto constatare che i manifesti grandi sotto le pensiline degli autobus erano stati rimossi ma nessuno aveva toccato quelli gialli affissi in tutte le bacheche delle pubbliche affissioni.
Decido di riscrivere al comandante in questi termini:

Egregio Comandante,La ringrazio anch'io per la solerte risposta.Le chiedo però un ulteriore chiarimento:1) I manifestini gialli e bianchi, formato A3, affissi in tutte le bacheche pubbliche "COMUNE DI TORREGLIA - AVVISI" e sulla pensilina alla fermata dell'autobus davanti l'entrata di villa Assunta che pubblicizzano incontri pubblici del Partito Democratico con Candidati alle prossime Elezioni Politiche non rientrano tra le affissioni elettorali e per questo da eliminare perchè affisse fuori dagli spazi consentiti?
Grazie!
Alessandro Prendin
Consigliere Comunale


Il venerdì, ultimo giorno di campagna elettorale, mi accorgo che nella pensilina degli autobus in piazza Capitello è stato ri-affisso un manifesto elettorale del PD. Decido allora di ricontattare telefonicamente il comandante dei vigili per una ulteriore segnalazione.
Il comandante risponde mandando qualcuno a rimuovere il manifesto in piazza capitello. Riguardo alla mia ultima mail asserisce che anche i manifestini affissi nelle bacheche delle pubbliche affissioni sono da rimuovere perchè illegali dandomi quindi ragione in pieno.
Dopo 2 ore il manifesto in piazza capitello sparisce ma i manifestini elettorali rimangono in bella vista!
Non voglio commentare questa storia perchè, secondo me, si commenta da sola.
Anche se mi resta in testa la stessa domanda a cui non sono ancora riuscito a dare risposta:
LA LEGGE A TORREGLIA E' UGUALE PER TUTTI?

giovedì 10 aprile 2008

Una riflessione sul clamore suscitato dalla lista di Ferrara, proposta dal sito www.korazym.org

Lista pro-life: e se poi le uova fossero un boomerang?

Con pomodori, insulti e campanacci, anche le uova hanno caratterizzato la campagna elettorale della lista “Aborto? No, grazie!”. Il risultato? Ora, fra molti che non l’avrebbero appoggiata, spunta una domanda: “E se la votassi?”.
Uova, pomodori, insulti e campanacci. Fischi, offese, striscioni e megafoni. Non è stata una campagna elettorale monotona per i candidati della lista “Aborto? No grazie!”, voluta dal direttore del Foglio Giuliano Ferrara e presente sulle schede elettorali della Camera (e solo in quelle) in tutta Italia. Gli appuntamenti delle ultime settimane, con un crescendo negli ultimi giorni, sono stati caratterizzati, qua e là per le regioni italiane, dal “benvenuto” di aderenti ad associazioni, comitati e collettivi impegnati a contestare (e combattere) le idee sostenute dai candidati pro-life, con episodi che sono andati ben al di là del comune confronto fra opinioni.

Non sorprende più di tanto, purtroppo, che a trent’anni dall’approvazione della legge 194/78 sull’aborto ancora qualcuno senta la necessità di ricorrere ad uno stantio armamentario di considerazioni di stampo vagamente o chiaramente femminista, capaci in un sol colpo di rispedire al mittente decenni di riflessione etica e (quel che più conta) di rilevanze scientifiche, ad iniziare dalle scoperte sulla vita prenatale e sulle interazioni fra madre e figlio durante i nove mesi di gravidanza. Stupisce invece un po’ di più che la forma preferita di intervento sia stata quella del “tutti contro tutti”, dell’assalto ai palchi, dei microfoni strappati, dei manifesti stracciati, del tiro al bersaglio con uova e pomodori, dell’impedire insomma che gli uomini e le donne candidate nella lista pro-life potessero anche semplicemente – e democraticamente - esprimere le proprie considerazioni. Non che, a leggere le sigle di certe organizzazioni (Collettivo studentesco “Zero in condotta”, “Federazione anarchici”, “Bottega della resistenza globale”, e via rivoluzionando), si potesse sperare in meglio, ma certamente, a noi gente tranquilla e serena, lascia l’amaro in bocca vedere quattordicenni inviperite rivendicare un fantomatico diritto di libertà assoluta e ancor più ragazzini troppo poco cresciuti ergersi a difensori delle donne mentre sventolano in piazza assorbenti e qualche test di gravidanza. Che amarezza.

Ma chissà poi, a ben vedere, se costoro hanno fatto bene i calcoli. O se invece rischiano di veder tornare al mittente, peggio di un boomerang, e stavolta in forma civile, le loro azioni. Chissà… Non è un mistero che la lista di Giuliano Ferrara, al momento della sua presentazione, non sia stata accolta con entusiasmo neppure da coloro che - nel merito della discussione etica su aborto e in generale sui temi della vita e della morte – ritengono che il direttore del Foglio porti avanti idee condivisibili (se non in tutto almeno in larga parte). Persone che, ritenendo sagge e sensate le sue considerazioni, non condividono (e anzi avversano) le modalità con le quali Ferrara conduce la sua “battaglia”, nel caso specifico quelle di una lista che porta sul terreno elettorale (i voti, le schede nell’urna, le percentuali, gli zero virgola) alcuni temi di così forte rilevanza etica. Attenzione però, perché a tutto c’è un limite, e quando il can che dorme (l’elettore) viene svegliato, è capacissimo di abbaiare (votare). E pure assai.

La lista pro-life un merito grande, come già abbiamo avuto modo di sottolineare alcune settimane fa, lo ha avuto: portare questi temi, temi decisivi per una società, al centro della campagna elettorale, o meglio del dibattito. Certo, sarebbe quanto mai opportuno discutere di vita e di morte, di etica e di morale, di aborto, maternità e gravidanza, solamente in un contesto scevro da tensioni elettorali, ma non di meno è giusto che se ne parli, perché queste tematiche non sono “a parte”, non sono sganciate da una visione di società e di giustizia, ma ne sono parte integrante, a pieno titolo. E di fronte a dilemmi così profondi, l’escamotage sempre utilizzato in passato dai grandi partiti (“libertà di coscienza”) non rende giustizia alla centralità anche politica del tema.

Ciò che però non può passare inosservato, dal punto di vista di chi ritiene centrali questi temi, è l’assalto indiscriminato e perfino personale ai candidati della lista pro-life, fatti oggetto di accuse andate ben oltre la decenza. E non si fa riferimento qui a Ferrara, che di provocazioni è maestro e sa gestirle bene, ma a quei tanti giovani e a quelle tante donne, impegnate nella vita nei campi più disparati, che si sono trovate costrette ad accettare scorte dalle forze dell’ordine o ci hanno addirittura rimesso una costola (è accaduto a Bologna alla prof.ssa Matilde Leonardi, neurologa dell'Istituto Neurologico C. Besta di Milano, colpita da un oggetto contundente mentre tentava di prendere la parola da un palco). Tutto questo non passa inosservato, e suscita in molti una sola reazione, l’unica che possa – oltre allo sdegno – sottolineare che non possono essere sottovalutate o presentate strumentalmente come reazionarie, volgari o ispirate dal Vaticano, considerazioni così cruciali come quelle che riguardano i temi della vita nascente. E questa reazione si esprime con un segno sulla scheda elettorale: “Non viene consentito loro di parlare? Diventano un bersaglio per il lancio delle uova? Tornano a casa con una costola rotta? E io li voto”.

Con grandissima probabilità la lista “Aborto? No, grazie!” non otterrà il suo risultato principale, cioè il raggiungimento di quella soglia del 4% che garantirebbe l’ingresso in Parlamento di alcuni deputati. Se ce la facesse, la cosa avrebbe del miracoloso, e i miracoli in politica, si sa, non sono all’ordine del giorno. Non ce la faranno, dunque, ma non sempre la qualifica di “utile” è quella in base alla quale ogni elettore decide il proprio voto. Nel panorama attuale, nonostante le sbandierate novità dei due principali campi (il Partito democratico da una parte, il Popolo della Libertà dall’altra), sono in molti a non essere entusiasti di ciò che si ha di fronte, e in questo contesto qualcuno potrebbe davvero scegliere un “voto diverso”, dando importanza e rilevanza ad un tema che appassiona e che divide. I lanci di uova (insieme all’avanzare della campagna elettorale, alle proposte ascoltate, alle promesse sentite) hanno convinto non pochi a fare, sulla scheda della Camera, quel segno che fino a poche settimane fa avrebbero escluso di fare, pur condividendo in linea di massima le argomentazioni lanciate dalla lista pro-life. E lasciando poi alla scheda del Senato, dove la formazione in questione non è presente, il proprio voto squisitamente “politico”, incoraggiati in questo dagli stessi appelli dei principali leader di partito, per i quali “è al Senato che si gioca la battaglia”. Insomma: gli amici pro-life non prenderanno il 4%, ma qualche voto in più – grazie alla dabbenaggine di collettivi, anarchici, rivoluzionari e via resistendo – lo avranno di certo.

Boselli: Veltroni è un bugiardo

--Tratto dal sito www.partitosocialista.it--

"Veltroni e' un bugiardo, mente. Sta dicendo una cosa non vera. Questo mi preme di dire agli italiani". Enrico Boselli replica con decisione alle affermazioni di Walter Veltroni di stamattina nel corso della registrazione di 'Porta a porta', quando il leader del Pd ha parlato del mancato accordo con il Partito socialista manifestando meraviglia per il fatto che socialisti abbiamo poi "bussato alla porta" di Bertinotti e Casini. "E' una cosa molto grave. Sono affermazioni che riguardano l'onorabilita' mia e del partito che rappresento che non consento a nessuno di fare -ha spiegato Boselli-. Il fatto che Veltroni l'abbia detto a 48 ore dal voto conferma che il suo obiettivo e' delegittimare la battaglia politica che il Ps sta facendo". Il segretario socialista aggiunge: "Veltroni ha calcolato che io non potevo replicare, perche' ho esaurito i miei spazi televisivi, ed e' preoccupato perche' la nostra rimonta e' spettacolare. Per questo ha deciso di sferrare un colpo a freddo al Ps". Boselli chiama in causa Casini e Bertinotti: "Invito, prego, Casini e Bertinotti di dire la verita', quello che sanno: non c'e' mai stata da parte mia alcuna richiesta di fare un accordo". Ma l'esponente socialista non si accontenta: "Chiedo a Veltroni un confronto pubblico, e chiedo spazio a chiunque vorra' darci spazio.